Italia
L’impasse sull’omologazione degli autovelox fa “piangere” le casse dei comuni: grandi e piccoli!
COSENZA – “L’impasse sul fronte degli autovelox mette a rischio oltre 40 milioni di euro di incassi annui solo nelle grandi città e di mandare in tilt i bilanci di centinaia di piccoli comuni che fanno cassa grazie agli apparecchi di rilevamento automatico della velocità installati sul proprio territorio”. Lo afferma il Codacons, che ricorda inoltre come le amministrazioni locali abbiano poco più di un mese per adeguarsi alle nuove disposizioni in tema di autovelox.
Autovelox: crollo degli introiti da multe stradali
Il caos giurisprudenziale in tema di omologazione degli autovelox, dove si attende ancora il decreto del Mit prima presentato e poi ritirato (omologava tutti i dispositivi installati dopo il 2017), rischia di portare ad un crollo verticale dei proventi da multe stradali incamerati dai comuni – aggiunge il Codacons”. Solo nelle principali 20 città italiane le sanzioni da autovelox hanno garantito nel 2023 (ultimo dato disponibile) incassi complessivi da oltre 65 milioni di euro, ma la sentenza della Cassazione che ha dichiarato fuorilegge gli apparecchi approvati ma non omologati rischia di rappresentare una tagliola di proporzioni abnormi.
Il 59,4% di dispositivi fissi installati lungo le strade italiane risulta infatti validato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, mentre per quelli mobili la percentuale sale al 67,2%. Questo significa che solo nelle grandi città oltre 40 milioni di euro di sanzioni elevate tramite gli autovelox sono a rischio, entrate cui le amministrazioni dovranno rinunciare in assenza di un decreto che fissi le regole per l’omologazione degli apparecchi approvati prima del 2017 – calcola il Codacons.
Le nuove regole per i comuni in vigore da giugno
Ma sui comuni sta per abbattersi un’altra tegola: entro il prossimo 12 giugno, infatti, entrano nella fase operativa le nuove disposizioni in tema di autovelox introdotte dal decreto del Mit dell’11/04/2024 (GU n. 123 del 28/05/2024), entrato in vigore il 12 giugno 2024 e che riconosceva un anno di tempo agli enti locali per adeguarsi alle nuove misure – ricorda il Codacons.
Tra le novità più rilevanti:
– I tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto, e solo se ricorrono una o più delle seguenti condizioni: elevata incidentalità da velocità nel quinquennio precedente; impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata della violazione; velocità dei veicoli in transito mediamente superiore ai limiti consentiti.
– La distanza minima tra due diversi dispositivi mobili è fissata in 4 km su autostrade; 3 km su strade extraurbane principali; 1 km su strade extraurbane secondarie, locali e itinerari ciclopedonali; 1 km su strade urbane di scorrimento; 500 metri su strade urbane di quartiere e urbane locali. Per le postazioni fisse: 500 metri in ambito urbano e nelle zone di confine con l’ambito extraurbano.
– La distanza tra il segnale del limite di velocità e l’autovelox deve essere di almeno: 1 km su strade extraurbane; 200 m su strade urbane di scorrimento; 75 m su altre strade.
– La collocazione di autovelox può avvenire: su strade urbane di scorrimento solo se il limite massimo di velocità consentito è pari a quello previsto per quel tipo di strada (comunque non inferiore a 50 km/h). Su strade urbane di quartiere e urbane locali solo se il limite massimo di velocità consentito è pari a quello previsto per quel tipo di strada (50 km/h). Su autostrade, extraurbane principali, extraurbane secondarie, extraurbane locali solo se il limite di velocità imposto è pari o comunque non inferiore di oltre di 20 km/h rispetto a quello previsto per quel tipo di strada (ad esempio, se su una strada extraurbana il limite previsto dal Codice è normalmente di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori).
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