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Le ombre di satanismo e fatture dietro al furto di Ostia Magna a Spezzano Albanese

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Le ombre di satanismo e fatture dietro al furto di Ostia Magna a Spezzano Albanese

Chi ha agito per rubare il “Corpo di Cristo” conosce bene la simbologia eucaristica. In passato in paese è stato trovato su un altare anche un cuscino intriso di sangue verginale 

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SPEZZANO ALBANESE (CS) – Non è stato ancora identificato il responsabile del furto di Ostia Magna avvenuto a Spezzano Albanese. Simbolo del “Corpo di Cristo”, è stata prelevata dalla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo domenica 7 settembre, giorno dei festeggiamenti della Madonna del Soccorso, insieme al tabernacolo nella quale era conservata. La teca è stata ritrovata il giorno successivo al termine della messa di riparazione. Era incastrata tra le porte dell’uscita secondaria della parrocchia, priva dell’ostensorio. Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Spezzano Albanese, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Gli investigatori, al momento, pur mantenendo il massimo riserbo sulla vicenda, non escludono alcuna ipotesi.

Cos’è l’Ostia Magna

L’Ostia Magna ha un diametro di 15/20 centimetri, può essere acquistata nei negozi di articoli religiosi e costa circa 2 euro. Si differenzia dalle ostie piccole, chiamate particole, per la sua dimensione. È usata per l’adorazione eucaristica, viene consacrata durante le messe e posta in un ostensorio più grande affinché possa essere ammirata da chi prega. Il sacerdote sceglie quando consumarla (solitamente in corrispondenza di particolari ricorrenze), facendola a pezzetti e distribuendola tra i fedeli per la comunione. Come le altre ostie, rappresenta il corpo di Cristo, quanto di più sacro possa esistere per un cattolico. Al di fuori del cristianesimo, può essere usata per alcuni rituali da gruppi dediti al satanismo, soprattutto per la celebrazione delle cosiddette messe nere.

Furti di oggetti sacri a Spezzano

Percepito dai credenti come una profanazione, il furto ha allarmato la popolosa comunità arbëreshë spezzanese. Da anni in paese si registrano atti sacrileghi. Fenomeni che si sono attenuati nel recente passato, ma che a seguito della vicenda avvenuta in occasione della festa della Madonna del Soccorso sono riaffiorati alla memoria allertando la cittadinanza. Nelle chiese di Spezzano Albanese non è la prima volta che vengono rubati oggetti sacri di scarso valore economico. Episodi ai quali si sommano bizzarri ritrovamenti.

Più volte sacrestani e chierichetti aprendo le parrocchie hanno trovato segni di rituali satanici, legature e fatture. Tra questi galli neri sgozzati al centro della navata della chiesa, gatti neri sventrati, ma anche chiodi nell’acquasantiera o capelli sotto la tovaglia dell’altare. In una delle parrocchie spezzanesi è stato finanche trovato sull’altare un cuscino sporco di liquido rosso, che una volta analizzato si è rivelato essere sangue verginale. Resti di animali decapitati sono stati spesso rinvenuti anche nel cimitero comunale di Spezzano Albanese.

Il furto dell’Ostia Magna

L’allarme della chiesa dei Santi Pietro e Paolo domenica 7 settembre era fuori uso, disattivato per consentire ai fedeli di entrare liberamente per pregare la Madonna del Soccorso. Il dispositivo è però privo di un sistema di videosorveglianza. Chi ha rubato il tabernacolo si è introdotto nella chiesa intorno alle 14:00, quando non c’era nessuno in giro nel quartiere. L’orario sembrerebbe essere stato scelto con sapienza, dopo un’accurata osservazione del flusso dei fedeli in parrocchia.

I soldi presenti nella scatola delle offerte non sono stati oggetto delle attenzioni dei ladri, come è invece avvenuto la scorsa estate quando gli offertori della chiesa sono stati svaligiati. Dalla teca è stata prelevata solo l’Ostia Magna, mentre quelle più piccole, le particole, sono state restituite insieme al tabernacolo. I parrocchiani escludono possa trattarsi di una bravata compiuta da ragazzini o del gesto isolato di un soggetto con psicosi in preda a una crisi mistica. Probabilmente chi ha agito, in prima persona o su commissione, sapeva cosa fare, come agire indisturbato, conosce la simbologia dell’adorazione eucaristica e l’importanza di quell’ostia.

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Spezzano Albanese inaugurata nel 1607, già dal 1666 iniziò a celebrare messa con rito latino, ovvero quello usato nella tradizione cattolica. Nei giorni precedenti al furto di Ostia Magna avvenuto a Spezzano Albanese, nella parrocchia Santissimi Apostoli Pietro e Paolo di Taurianova in provincia di Reggio Calabria sono state rubate delle ostie. Episodi isolati, accomunati dal fatto di aver agito in luoghi di culto dedicati ai due Santi che nella gerarchia sacra occupano un posto di rilievo: Pietro è il primo Papa e Paolo è l’apostolo delle genti, il predicatore del Vangelo.

Vengono definiti proto-corifei, i primi degli apostoli, hanno un posto privilegiato nell’organigramma del cristianesimo dove all’apice c’è Cristo, a seguire la Madonna, poi San Giovanni Battista e subito dopo Pietro e Paolo. A Spezzano Albanese sono presenti altre tre importanti parrocchie che però risultavano inaccessibili ai malintenzionati: la chiesa della Madonna del Carmine chiusa per ristrutturazione (quindi priva di ostie); il santuario della Madonna delle Grazie dove all’interno vive il sacerdote; la parrocchia della Madonna di Costantinopoli vigilata da un custode e dotata di telecamere di sorveglianza.

Il satanismo non è reato

La cittadinanza è delusa dal fatto che in questi lunghi anni non siano mai stati chiariti i contorni dei macabri ritrovamenti e dei furti sacrileghi. I fedeli hanno nei giorni scorsi accolto di buon grado le istruzioni del clero che ha consigliato loro di partecipare a momenti di preghiera in tono penitenziale, nonché di digiunare per due giorni chiedendo perdono a Dio per questa profanazione.

Pur confidando nell’operato dell’autorità giudiziaria resta la consapevolezza che il satanismo in Italia non è illegale. Anzi, viene considerato un culto. L’articolo 19 della Costituzione Italiana infatti recita: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto».

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