Avviso di conclusioni indagini della Procura nell’inchiesta “Appalti spezzatino” che vede 14 indagati di cui tre funzionari del Comune
COSENZA – A distanza di sei mesi dall’inizio delle indagini, per l’ingegnere Carlo Pecoraro la giustizia si fa sentire annullando la misura interdittiva applicatagli nonostante avesse professato la propria innocenza sin dal primo momento. L’accoglimento del ricorso giunge grazie alla tesi difensiva che ha dimostrato che la misura applicata fosse infondata.
“Il tribunale di Catanzaro, in accoglimento del ricorso presentato dalla difesa, l’avvocato Franco Locco, ha annullato la misura interdittiva applicata al dirigente comunale lo scorso 2 novembre dal GiP del Tribunale di Cosenza, nella indagine relativa ai così detti “appalti spezzatino”. L’ordinanza è stata depositata in data odierna.
l’Ingegnere Carlo Pecoraro aveva protestato la sua innocenza, chiarendo tutti gli aspetti tecnici ed amministrativi delle procedure oggetto dell’indagine e la difesa, rappresentata dall’avvocato Franco Locco, aveva subito proposto ricorso al Tribunale del Riesame; lo scorso 9 gennaio era stata discuso il riesame ed il Tribunale si era riservato di decidere.
L’annullamento della misura interviene a notevole distanza di tempo dalla applicazione, e dopo che la misura interdittiva era stata interamente espiata, nel frattempo l’Ing Carlo Pecoraro, massimo dirigente del Comune di Cosenza, era andato in pensione .
La difesa, pur prendendo atto della positiva decisione del Tdl, che ha saputo pur con notevole ritardo riconoscere la infondatezza delle accuse cautelari e la illegittimità della misura custodiale, ha espresso soddisfazione “evidenziando come i Giudici hanno saputo , all’esito dei chiarimenti forniti dall’indagato e dei documenti prodotti , rivedere il quadro indiziario e cautelare anche se rimane il rammarico per una misura che poteva e doveva sia dall’inizio essere evitata”” .
L’inchiesta “Appalti Spezzatino”
Fu condotta dalla guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sotto il coordinamento del Procuratore Capo Spagnuolo e dell’aggiunto Manzini. I reati contestati ai diversi indagati, per le singole fattispecie, vanno dalla corruzione per atto d’ufficio all’abuso d’ufficio. L’attività di indagine si è concentrata principalmente sui lavori affidati con il sistema del cottimo fiduciariodal Comune di Cosenza ad un numero ristretto di imprese, senza il rispetto dei principi di rotazione e di trasparenza. Secondo gli inquirenti l’analisi delle circa cinquemila Determine dirigenziali del Comune di Cosenza evidenziarono anomalie nell’utilizzo della procedura di affidamento dei lavori in economia, nella non osservanza del principio di rotazione, trasparenza e parità di trattamento previsto al comma 8 dell’art 125 nonchè nell’affidamento dei lavori, molto spesso al di sotto dei 40.000 euro, ad un numero ristretto di operatori economici, anche in violazione del divieto di frazionamento previsto al comma 13 dell’art 125. L’importo complessivo contestato, in riferimento ai lavori affidati da parte del Comune di Cosenza, nelle annualità dal 2012 al 2015, oltre a due milioni di euro.
Per questo furono emesse delle misure cautelari interdittive che colpirono tre dirigenti comunali Domenico Cucunato, (dirigente del settore Infrastrutture), Arturo Mario Bartucci (responsabile Settore Ambiente, Ciclo rifiuti e referente del canile comunale) e Carlo Pecoraro (responsabile settore 8 edilizia privata e lavori pubblici) oltre all’imprenditore Francesco Amendola, titolare della CMT, azienda che avrebbe fornito mezzi tra cui ruspe e camion al Comune per i lavori. (Per Carlo Pecoraro ricordiamo che la misura applicata è stata annullata dal Tdl, ndc). il 7 maggio scorso arriva l’avviso di conclusione indagini. Adesso gli indagti dovranno produrre documentazione difensiva o chiedere di rilasciare dichiarazioni o essere sottoposto ad interrogatorio.
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