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Lavori al Museo di Alarico, sindacati, associazioni e partiti contro l’amministrazione: «Tutto contro legge»

Area Urbana

Lavori al Museo di Alarico, sindacati, associazioni e partiti contro l’amministrazione: «Tutto contro legge»

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COSENZA – Le associazioni cittadine, i sindacati e alcuni partiti di Cosenza (Usb di Cosenza, Partito della Rifondazione comunista Provincia Cosenza, Forum ambientalista Calabria, Circolo Sinistra Italiana dell’area urbana, Cgil Cosenza e Radio Ciroma) denunciano i lavori ancora in corso, in capo al Comune di Cosenza, presso il museo di Alarico, nell’edificio già delle case popolari, che prima ancora era il Jolly Hotel.

Parliamo di una zona che si trova sul Lungo Crati De Seta e che, come precisano gli scriventi, è a rischio idrogeologico R3, secondo “la delimitazione del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) della Calabria, attualmente in vigore – precisa il gruppo che scrive -Nella sopradetta area – per le Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia del PAI, art. 22 – Disciplina delle aree a rischio di inondazione R3 – sono vietate tutte le opere di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico ed edilizio, ad eccezione di un certo numero di opere dettagliatamente elencate, tra cui gli ‘interventi di demolizione senza ricostruzione’”.

Lavori al Museo di Alarico, le contestazioni e le accuse del gruppo

Associazioni, partiti e sindati spiehano come il principio ispiratore della norma a cui fanno riferimento “è assai chiaro: nelle aree a rischio non devono sorgere delle nuove costruzioni, anche se si fanno corrispondenti demolizioni”.

La situazione attuale? Anche se l’amministrazione Caruso ha dovuto formulare una variante al precedente progetto, dicono gli scriventi, che prevede una demolizione che è stata eseguita, sorgono comunque delle incongruenze. “Il problema è la ricostruzione, – tuonano – perché in aderenza a tre delle pareti è già stata realizzata la nuova struttura in cemento armato e presto si procederà alla ricostruzione della parete demolita, del solaio e della copertura, oltre ad opere accessorie come, per esempio, la tanto enfatizzata terrazza. Tutto ciò platealmente al di fuori di quanto previsto dalla Legge che ammette soltanto ‘interventi di demolizione senza ricostruzione'”.

Gli scriventi, inoltre, aggiungono che “mancando il parere dell’Autorità di Bacino, è illegittimo il procedimento autorizzativo, come da sentenza della Corte di Cassazione sez. III n. 50500 del 19 settembre 2023; inoltre si configura un reato penale ai sensi dell’art. 44 lett. a) D.P.R. 380/2001, secondo la sentenza della Corte di Cassazione sez. III n. 36397 del 7 ottobre 2011, come già messo in evidenza da un esposto presentato dai sottoscritti alla Procura della Repubblica di Cosenza in data 11 aprile 2025″.

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