Quasi 200 candidati hanno ottenuto il punteggio massimo, con un solo errore su 80 domande. Dipartimento e Capo della Polizia annullano il concorso
ITALIA – Un concorso a domande scritte che doveva reclutare 559 agenti provenienti da tutta l’Italia, ma che ha riscontrato diverse irregolarità. Se dovessero essere accertate, risulterebbe uno scandalo senza precedenti per un ambito, invece, che dovrebbe garantire e tutelare al massimo il rispetto delle leggi (quale, appunto, quello delle Forze dell’Ordine). Nel quiz di cultura generale, la prima prova, su 80 quesiti infatti, 140 persone ne avrebbero sbagliati solo uno e 93 avrebbero fatto solo due errori. Più di 200 candidati, dunque, avrebbero ottenuto il punteggio massimo.
Sono stati gli stessi partecipanti al concorso a notare l’anomalia, qualcosa non andava: come era possibile riscontrare solo un errore per più di 200 persone? Come era possibile che avessero ottenuto una votazione superiore al 9? Una media mai registrata prima nella storia di qualsiasi concorso. Così si sono riuniti in un gruppo facebook, hanno segnalato le presunte irregolarità e hanno avviato l’iter per il ricorso collettivo. Sono scattati i controlli da parte del Dipartimento e il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha deciso, d’indagare su tali prove scritte, che si sono tenute il 4, 5 e 6 maggio scorso. Romani, napoletani, siciliani, calabresi e molti altri; ora sono appesi ad un filo.
Le verifiche interne e l’inchiesta della Procura hanno probabilmente riscontrato effettivamente queste irregolarità, dato che nei giorni scorsi il capo della segreteria del Dipartimento Enzo Calabria ha inviato la circolare con il quale ha comunicato la decisione di Gabrielli di annullare il concorso. Non solo, è scattato anche “l’avvicendamento” del personale dell’ufficio del Dipartimento che si occupa dei concorsi, il sospetto è di “aiuti dall’interno” e, nei giorni scorsi, sono stati emessi ben 24 decreti di perquisizione. I reati ipotizzati dalla Procura, nel dettaglio dalla sezione diretta dall’aggiunto Alfonso D’Avino, (il fascicolo è a firma del PM Stefania Buda), sono: induzione indebita a dare o promettere utilità; concussione; corruzione per istigazione. Come abbiamo già detto, se tutto dovesse essere vero, uno scandalo senza precedenti.
Ora tutti si chiedono, ma che fine fa il concorso? “Sarà nominata – si legge in una nota di Calabria – una nuova commissione esaminatrice che curerà la ripetizione della prova scritta e gli altri successivi adempimenti per la conclusione del concorso”. Appena costituita la predetta commissione, saranno invitati a sostenere la prova scritta esclusivamente i candidati presenti alle prove effettuate nei giorni 4, 5 e 6 maggio 2016. E questo potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di concorsi da annullare. In più, molte “poltrone interne” potrebbero saltare.
Gli unici a risentirne maggiormente di tutto ciò, sono (ovviamente) gli onesti partecipanti al concorso, quelli che si sono preparati per mesi e sono stati “scavallati da chi avrebbe avuto la presunta spintarella”. Non solo per le spese economiche sostenute, ma per il tempo “perso” per la preparazione. Così come ci hanno spiegato due partecipanti al concorso annullato: “Non è certamente facile prepararsi per un concorso. Per di più l’amore e l’impegno che supponiamo animi, quella che dovrebbe essere la nostra futura professione, ci spinge a credere in determinati valori; la giustizia è il pane quotidiano e scoprire delle ‘irregolarità’, proprio nel campo in cui dovresti essere determinato a combatterle, non è certamente piacevole. Ora attendiamo l’evolversi della situazione, sperando che si faccia luce sull’accaduto e non si ripeta mai più una cosa del genere”.