Calabria
Il fascicolo digitale elettronico non decolla: in Calabria presente solo il 7% dei servizi attivi
ROMA – Il fascicolo sanitario elettronico non decolla e “rischia di diventare il volano di nuove forme di diseguaglianza: la sua implementazione procede infatti a velocità differenti nelle diverse aree del Paese creando una vera ‘frattura digitale’, con soltanto quattro tipologie di documenti sanitari disponibili in tutte le Regioni”. È quanto si legge nell’analisi della Fondazione Gimbe presentata in occasione del 9° Forum Mediterraneo in Sanità a Bari che si basa sui dati resi pubblici sul portale Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 del ministero della Salute e del dipartimento per la Trasformazione Digitale.
Da strumento che avrebbe dovuto facilitare l’accesso ai dati sanitari, il fascicolo sanitario elettronico, ad oggi, è veramente poco usato. Basta pensare che solo il 42% dei cittadini ha espresso il proprio consenso alla consultazione dei dati. Ad oggi, per milioni di cittadini, “resta uno strumento ben lontano dalla piena operatività” come ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. “Il divario digitale tra le Regioni rischia di trasformarsi in una nuova forma di esclusione sanitaria“.
Fascicolo sanitario elettronico, documenti e servizi: in Calabria solo il 7%
Il fascicolo sanitario elettronico dovrebbe essere composto da 16 tipologie di documenti ma ad oggi solo 4 vi confluiscono: la lettera di dimissione ospedaliera, referti di laboratorio e di radiologia e verbale di pronto soccorso. “Un cittadino siciliano e uno veneto non hanno le stesse possibilità di accesso alla propria documentazione clinica – denuncia Cartabellotta – Questo non è accettabile in un servizio sanitario che si definisce universale”.
L’analisi Gimbe effettuata in base ai dati raccolti fino a marzo non tiene conto, però, di un aggiornamento che è stato effettuato negli ultimi giorni sul portale Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 che ha permesso di portare a 6 i documenti disponibili in tutte le Regioni, con l’aggiunta della prescrizione farmaceutica e di quella specialistica.
Molte differenze tra le Regioni si riscontrano sul fronte dei servizi disponibili che in tutto dovrebbero essere 45: dal pagamento di ticket alla scelta del medico di medicina generale. Solo in due regioni, come Toscana e Lazio si supera la soglia del 50% dei servizi attivati. All’estremo opposto la Calabria che propone la disponibilità solo per il 7%.
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