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A Palazzo dei Bruzi siglata intesa contro estorsioni e usura. Caruso «Cosenza non è un’isola felice»

A Palazzo dei Bruzi siglata intesa contro estorsioni e usura. Caruso «Cosenza non è un’isola felice»

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COSENZA – Lottare contro il fenomeno del racket e dell’usura, non solo da un punto di vista repressivo contro chi mette in atto tali attività illegali, ma anche sul piano istituzionale, unendo in maniera sinergica le forze, per combattere queste pratiche e sostenere chi si ribella al racket, al pizzo, a questa forma di criminalità nei confronti di operatori economici e commercianti. Il pizzo da una parte, l’usura dall’altra, ovvero lo sfruttamento del bisogno di denaro di imprenditori o persone in difficoltà. Nella necessità di liquidità e denaro, si inserisce in maniera subdola la criminalità, che offre un’immediata e solo apparentemente vantaggiosa, soluzione. E qui scatta il ‘prestito’ concesso ad un tasso d’interesse superiore al cosiddetto ‘tasso soglia’.

In questa direzione, nel pomeriggio a palazzo dei Bruzi, è stata siglata un’intesa per contrastare estorsioni ed usura tra il Comune e l’associazione “Lucio Ferrami”. L’obiettivo è di mettere in campo una serie di azioni, progetti e interventi, volti a prevenire e a contrastare sul territorio i fenomeni delle estorsioni e dell’usura.

Cosenza e Associazione Lucio Ferrami: la prima convenzione contro l’usura

Il sindaco Franz Caruso ha definito tale sinergia con l’associazione che porta il nome di Lucio Ferrami, ucciso negli anni 80 per aver denunciato la richiesta del pizzo: “un momento importante perché si tratta della prima convezione dell’associazione con un’amministrazione pubblica. Una sinergia per dare una mano al territorio ed emarginare un triste fenomeno. Cosenza è una realtà diversa da altre per quanto concerne la criminalità e l’azione mafiosa – prosegue il primo cittadino – ma esistono realtà inquinanti  e la nostra, non è certo un’isola felice. Fenomeni che frenano lo sviluppo della nostra regione. Trasparenza, legalità e solidarietà sono le 3 parole chiave della mia azione di governo, che troviamo in questa convenzione. Sono felice di dare oggi un segnale formale: in tutti i processi che riguarderanno la criminalità nel nostro territorio ci costituiremo parte civile”.

“Metteremo in campo una serie di iniziative sul territorio per diffondere un messaggio forte contro la criminalità organizzata e a favore della legalità. L’estorsione si conosce di più rispetto a quello subdolo dell’usura che inquina il tessuto economico. Oggi un’istituzione pubblica si impegna insieme ad un’associazione che da anni lotta contro questi fenomeni per lanciare un messaggio di vicinanza. A chi è soggetto a questo fenomeno diciamo di denunciare perché noi vi staremo vicino. Un messaggio di sicurezza che intendiamo diffondere per una battaglia contro un fenomeno devastante del nostro territorio”.

“Certo – conclude Caruso – non è con questo che sconfiggiamo la ‘ndrangheta e la criminalità, non ci prendiamo in giro. Ma possiamo creare le condizioni di sviluppo e soprattutto di lavoro che è l’unico deterrente e freno alla criminalità”.

Dal canto suo l’assessore al Welfare e alla Legalità, Veronica Buffone, ha ricordato l’avvio il 9 aprile 2022 dell’azione dell’Associazione antiracket alla cittadella del volontariato: “Il protocollo nasce da una serie di confronti. Racket e usura minano il tessuto sociale della città e vogliamo lavorare insieme ad una campagna di sensibilizzazione per arrivare ai cittadini. Ho visto negli occhi di un imprenditore che ha denunciato la speranza di poter guardare al futuro. Siamo fieri di questo protocollo che è solo l’inizio”.

“Il pizzo in questa terra è pagare per poter lavorare”

Pierluigi Ferrami, Presidente dell’Associazione antiracket Cosenza “Lucio Ferrami” racconta la storia di suo padre, un uomo che voleva essere libero: “negli anni 80 la situazione era diversa da oggi. Mio padre non morì perchè aveva denunciato ma perchè venne lasciato solo. Il 28 ottobre 1981 venne ucciso in un agguato per avere fatto da scudo a mia madre. Da quel giorno la nostra vita è cambiata e mia madre ha dovuto lottare per avere giustizia con grande coraggio”.

Il ruolo dell’Associazione antiracket 

“Supportiamo gli imprenditori che denunciano – spiega Pierluigi Ferrami – fornendo supporto legale, commerciale e morale. I numeri purtroppo di chi denuncia sono ancora pochi, perché comunque ancora non si è instaurato un legame solido tra cittadini e istituzioni. Sentiamo parlare di corruzione, comuni sciolti per mafia ma è importante distinguere e continuare a diffondere il valore della legalità”.

Cosenza è stata sempre considerata un’isola felice ma in realtà molto è sommerso, nascosto. Solo che oggi non si è più soli, non sono più quei tempi e chi vuole essere una persona libera può rivolgersi alle associazioni. Le forze dell’ordine fanno tanto insieme alle istituzioni e le cose stanno cambiando. Ai nostri figli dobbiamo garantire di potere lavorare senza essere costretti a pagare qualcuno per poter lavorare”.

A fornire alcuni elementi sull’intesa è Alessio Cassano, rappresentante di Mani Libere – Coordinamento Associazioni Antiracket Calabria – e Responsabile dello Sportello Antiracket Cosenza: “Nonostante sia un protocollo snello e concreto, è pieno di contenuti e spunti per raggiungere obiettivi importanti. La denuncia però é alla base per qualsiasi tipo di attività che l’associazione mette a disposizione. Denunciare 40 anni fa voleva dire fare un salto nel buio. Lui, Ferrami l’ha fatto ed è stato ammazzato perchè è rimasto da solo. Oggi gli strumenti sono diversi, sopratutto quelli normativi. Dobbiamo fare nostro quell’esempio e quel sacrificio di un uomo libero”.

Obiettivo del protocollo della legalità

La sensibilizzazione e la divulgazione nelle scuole sul tema della legalità è uno degli obiettivi principali del protocollo siglato oggi a Palazzo dei bruzi. La costituzione di parte civile della vittime è un passo fondamentale come lo sarà anche il progetto “pago chi non paga”  per divulgare in modo trasversale, ad imprenditori commercianti e cittadini, l’importanza di un’azione che ha dato molti risultati in Sicilia e Campania. Portare la presenza delle associazioni antiracket laddove non c’è la loro presenza. Per questo abbiamo pensato ad una presenza ambulante, itinerante”.

Lo sportello si occupa di accogliere, garantisce privacy, supporto e assistenza consulenza gratuita con professionisti, avvocati, commercialisti, e non ultima la consulenza psicologica delle vittime.

Cosa prevede il protocollo in 9 punti

ART. 1

Il Comune e l’Associazione Antiracket e antiusura intendono realizzare progetti tesi a contrastare e prevenire il fenomeno delle estorsioni e dell’usura, al fine di contribuire, con un’azione sistematica e costante, a rendere liberi gli operatori economici dalle azioni della criminalità organizzata.

ART. 2

L’Associazione Antiracket e antiusura mediante i suoi operatori, ha già reso operativo uno sportello di primo ascolto per l’assistenza alle vittime di estorsione e usura. Lo sportello è operativo previo appuntamento, nei locali dal Comune assegnati all’associazione di Cosenza, in via degli Stadi, presso la Cittadella del volontariato.

ART. 3

Lo sportello svolge le sue attività di assistenza alle vittime di estorsione e usura nonché di promozione della denuncia che è alla base delle ragioni fondative delle Associazioni Antiracket.

ART. 4

L’associazione organizzerà una serie di seminari ed incontri su racket e usura, con periodicità da stabilire in piena collaborazione e condivisione con l’Ente nelle sedi individuate dall’amministrazione comunale (scuole, associazioni, comunità civili o religiose o altre realtà presenti sul territorio).

ART. 5

L’associazione promuoverà un elenco di tutti gli operatori economici che si impegnano per iscritto a non pagare il pizzo. L’elenco denominato “PAGO CHI NON PAGA” –  “CONSUMO CRITICO” verrà distribuito gratuitamente alla cittadinanza, agli enti pubblici e privati ed inserito sull’apposito sito.

ART. 6

Il comune di Cosenza si impegna a costituirsi parte civile nei processi nei procedimenti che riguardano il reato dell’organizzazione di stampo mafioso (ex art. 416bis c.p.), dell’estorsione (art. 629 c.p.) e dell’usura (art. 644 c.p.) e di altri reati similari se aggravati dall’articolo 7 L. 203/1991.

L’associazione attraverso i propri legali, fornirà assistenza per la costituzione se richiesta dall’Ente.

ART. 7

Il progetto di convenzione avrà la durata di mesi dodici a decorrere dalla sottoscrizione, rinnovabile di anno in anno in relazione ai risultati raggiunti e con richiesta formale di rinnovo

ART. 8

Gli eventuali progetti aventi ad oggetto iniziative di contrasto al racket e all’usura presentati dal Comune per partecipare a bandi provinciali, regionali, nazionali saranno realizzati con la collaborazione e co-progettazione dell’Associazione Antiracket.

ART. 9

Il comune ogni anno si impegna a sostenere una campagna informativa finalizzata alla promozione delle attività oggetto del presente protocollo, ivi compresi i relativi costi quali, a titolo di esempio, stampa e affissioni di manifesti, pubblicazioni su quotidiani locali, campagne mediatiche sui social media etc.

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