Cronaca
L'arresto a Castrolibero
Catturato latitante, legato ai Muto-Scornaienchi di Cetraro: bloccato mentre era con la famiglia
L’uomo era latitante dal febbraio 2024 ed è stato arrestato a Castrolibero, in un’operazione congiunta di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro
CETRARO (CS) – Era latitante da oltre un anno e mezzo Alessio Ricco, di 41 anni, esponente di spicco della famiglia Scornaienchi di Cetraro, articolazione storicamente legata alla potente cosca Muto, egemone sul territorio tirrenico cosentino. L’uomo è stato tratto in arresto in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, al quale si era sottratto dal 16 febbraio 2024.
L’operazione è stata condotta dai militari del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, in coordinamento con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza e in sinergia con la Squadra Mobile della Questura di Cosenza.
Il blitz e l’arresto del latitante
L’operazione arriva a conclusione di una complessa attività investigativa delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Catanzaro al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, al Servizio Centrale ICO e al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza.
Grazie a un lavoro di intelligence e pedinamento, i militari sono riusciti a individuare il latitante – pluripregiudicato con precedenti per traffico di droga, resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina e inosservanza di provvedimenti dell’Autorità – durante un incontro con alcuni familiari a Castrolibero. L’intervento, scattato con tempismo e discrezione, ha permesso di bloccare l’uomo e di assicurarlo alla giustizia senza incidenti.
Il soggetto, già arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Ippocampo”, era stato condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso armata e dedita al traffico di stupefacenti. La sua figura, secondo gli inquirenti, rivestiva un ruolo strategico all’interno del sistema criminale gravitante attorno alla cosca Muto-Scornaienchi, uno degli storici clan del Tirreno cosentino, attivo nel narcotraffico, nelle estorsioni e nel controllo delle attività economiche locali.
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