Uil, report su attuazione PNRR: 1,8 miliardi nella provincia di Cosenza. Calabria in ritardo

Presentato un report sui ritardi del Pnrr in Calabria. Il rischio è che, dovendo realizzare troppi interventi entro il 2026, le attività si ingolfino

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COSENZA – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità storica per la Calabria al fine di superare le annose criticità strutturali e a promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Con un investimento complessivo di 221,1 miliardi di euro a livello nazionale, è stato elaborato in risposta alla crisi generata dalla pandemia di Covid 19, con l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana e promuovere una trasformazione verde e digitale del paese.

Per la Calabria

Il PNRR prevede una serie di interventi strategici volti a migliorare le infrastrutture, rafforzare i servizi pubblici, sostenere l’innovazione e la digitalizzazione, e favorire la coesione sociale e territoriale. Questi interventi includono il potenziamento delle reti di trasporto, la promozione delle energie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, e il rafforzamento del sistema sanitario e dell’istruzione. Un’attenzione particolare è riservata ai comuni calabresi, che svolgono un ruolo cruciale nella realizzazione degli obiettivi del PNRR.

Tra le principali iniziative destinate ai comuni vi sono:
– Infrastrutture per una mobilità sostenibile: Progetti di miglioramento delle reti di trasporto pubblico locale, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
– Digitalizzazione della pubblica amministrazione: Interventi per l’implementazione di tecnologie digitali nei servizi comunali, per aumentare l’efficienza e la trasparenza dell’amministrazione pubblica.
– Rigenerazione urbana e tutela ambientale: Investimenti per la riqualificazione delle aree urbane degradate, la protezione delle risorse naturali e la promozione di uno sviluppo urbano sostenibile.
– Inclusione sociale e coesione: Programmi per contrastare la povertà e l’esclusione sociale, attraverso interventi di supporto alle famiglie vulnerabili, l’integrazione dei migranti e il rafforzamento del sistema educativo e formativo.

Il monitoraggio della Uil Calabria 

Il sindacato è impegnato a monitorare l’attuazione del PNRR nella regione, collaborando con le istituzioni locali e regionali per assicurare che le risorse disponibili vengano utilizzate in modo efficace e trasparente. L’obiettivo è garantire che ogni intervento previsto dal PNRR contribuisca realmente a migliorare le condizioni di vita dei cittadini calabresi, riducendo le disuguaglianze territoriali e promuovendo uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Questo report, redatto a cura della Uil Calabria e della Uil Fpl Calabria, intende fornire una panoramica dettagliata sugli interventi del PNRR in Calabria, analizzando le iniziative già avviate, i risultati ottenuti e le sfide ancora da affrontare.

La regione Calabria è destinataria di significativi investimenti che toccano vari settori chiave, quali la digitalizzazione, l’efficienza delle reti idriche, la sanità e la rigenerazione urbana. I fondi PNRR per la Calabria comprendono interventi mirati all’efficienza delle reti idriche di distribuzione per 21 comuni, con una popolazione complessiva di circa 164.000 abitanti. Questi interventi sono cruciali per migliorare la gestione delle risorse idriche in un territorio caratterizzato da frequenti criticità nel settore. Inoltre, il PNRR prevede finanziamenti per la sanità calabrese, volti a modernizzare le strutture ospedaliere e a potenziare le strutture di prossimità, con l’obiettivo di garantire una migliore qualità dei servizi sanitari.

La rigenerazione urbana

E’ un altro ambito di intervento rilevante, con progetti che puntano a rivitalizzare i piccoli borghi storici e a promuovere iniziative culturali e sociali. Tuttavia, la Calabria deve affrontare sfide significative nell’implementazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La Corte dei Conti ha segnalato lentezze nella spesa pubblica e difficoltà nel rispettare i tempi previsti per l’attuazione delle misure. La recente rimodulazione delle risorse ha comportato uno spostamento di fondi da progetti infrastrutturali verso sussidi alle imprese, evidenziando la necessità di un rafforzamento delle capacità amministrative a livello locale. In questo contesto, la UIL Calabria intende monitorare attentamente l’andamento dei progetti PNRR nella regione, garantendo trasparenza e efficienza nell’utilizzo delle risorse, e promuovendo un dialogo costruttivo con le istituzioni locali per superare le criticità e assicurare che i benefici del piano raggiungano effettivamente i cittadini calabresi.

La piattaforma OpenPnrr

Per capire meglio come si muove il Piano nazionale di ripresa e resilienza in Calabria il sindacato ha usato la piattaforma OpenPnrr ed analizzato i dati relativi alla nostra regione. E’ questa una tra le piattaforme più complete ed aggiornate sui dati del PNRR (attraverso la raccolta dei dati riscontrabili sulle piattaforme ministeriali) e, soprattutto, quella aperta alla consultazione sul Web.

Intanto, quello che viene fuori è che per la Calabria sono disponibili 9 miliardi e 900 milioni così suddivisi:

– 1,8 Mld nella provincia di Cosenza;
– 701,2 Mln nella provincia di Crotone;
– 1,6 Mld nella provincia di Catanzaro;
– 823,7 Mln nella provincia di Vibo Valentia;
– 1,7 Mld nella provincia di Reggio Calabria;

Il tutto per coprire e portare a compimento 10.919 progetti di cui, però, solo 4454 risultano validati.

Nello specifico dei finanziamenti previsti possiamo dire che 7 miliardi e 500 milioni di euro sono risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, mentre 2 miliardi e 400 milioni di euro sono collocabili nella voce altre risorse.

Dal sito della Regione Calabria

Se, invece – spiegano dal sindacato – passiamo a fare un controllo del dato generale sul sito della Regione Calabria, che si basa come fonte sul Regis e risulta aggiornato a febbraio del 2024, quello che balza subito agli occhi è la differenza dei numeri sugli investimenti e dei progetti.

Per il sito della Regione Calabria, infatti, sarebbero stati previsti investimenti per 11 miliardi e 309 milioni di euro e 12.142 progetti, di cui 777 risulterebbero chiusi.

Passando alla destinazione delle risorse per ambito di competenza la situazione che viene fuori scorrendo le tabelle presenti sul sito Openpnrr è la seguente:
1. Digitalizzazione: 1 miliardi e 100 milioni di euro
2. Scuola: 954 milioni di euro circa
3. Imprese e lavoro: 295 milioni di euro circa
4. Cultura e turismo: 117 milioni di euro circa
5. Inclusione sociale: 482 milioni di euro circa
6. Infrastrutture: 5 miliardi e 200 milioni di euro
7. Transizione ecologica: 1 miliardo e 100 milioni di euro
8. Salute: 598 milioni di euro circa

Finanziamenti

Il finanziamento in infrastrutture (53% circa del totale) è indirizzato a grandi player del settore delle costruzioni e si riferisce, quasi interamente, ai lavori di potenziamento e realizzazione dell’Alta velocità nel tratto campano-calabrese. Un terzo dei finanziamenti complessivi del PNRR è destinato alla copertura di circa 10 progetti nel settore infrastrutturale che vengono destinati in gestione a holding internazionali. Questi finanziamenti servono a colmare il divario infrastrutturale (reti materiali ed immateriali) che segna il futuro della Calabria ma, per noi, rappresentano l’ennesima sconfitta di uno Stato che, in questi anni, non è riuscito a colmare le distanze che allontanano, sempre di più, il Sud dal resto del Paese che queste infrastrutture (viarie, ferroviarie e tecnologiche) le possiede già.

Se solo si pensasse di destinare una parte dei fondi indirizzati a Rfi e Tim, che ricevono altri fondi dall’Fsc e, quindi, evidenziano una sorta di ipercapitalizzazione, all’interno del Pnrr alla sanità si potrebbero risolvere diversi dei problemi presenti nel settore. Scendendo nel particolare dei progetti quello che emerge è l’eccessiva parcellizzazione delle risorse indirizzate alla Calabria se confrontate con le altre regioni italiane, rispetto alle quali risulta di molto superiore. Sono, infatti, 10175 i progetti che prevedono un importo uguale o inferiore a 1 milione di euro; 3300 quelli con importo uguale o inferiore a 20 mila euro; 4050 quelli che prevedono un importo uguale o inferiore a 30 mila euro (considerati anche quelli con importo riferito ai 20 mila euro); 5700 con importo uguale o inferiore a 50 mila euro (considerati anche quelli con importo riferito ai 30 mila euro) e 2050 quelli con importo uguale o inferiore a 10 mila euro.

Controllando la piattaforma OpenPnrr si evince che sono 4454 i progetti non validati. Scendendo al dato provinciale possiamo evidenziare questi dati:

– Cosenza: 3977 progetti
– Crotone: 950 progetti
– Catanzaro: 2054 progetti
– Vibo Valentia: 1205 progetti
– Reggio Calabria: 2729 progetti

Andamento lento in Calabria

In generale l’avanzamento del Pnrr in Calabria risulta essere molto lento e la carenza di personale specializzato presente negli enti locali per seguire l’iter progettuale, di realizzazione delle opere e di rendicontazione degli investimenti finisce per rallentare ancora di più questo processo. Il quadro dei ritardi nella realizzazione dei progetti previsti per ambito di intervento emerge in maniera disarmante dalla consultazione dei dati rinvenibili sul sito https:// calabriaeuropa.regione.calabria.it. Ma vediamo nello specifico i dati consultabili sulla fonte aperta regionale che sono aggiornati, con riferimento a quelli presenti nella piattaforma Regis, al febbraio del 2024.

La Missione 1

Per quanto attiene la Missione 1 (Risorse: PNRR: 1,259 Mld di €) Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, che ha “l’obiettivo di dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività, di ridurre i divari strutturali in questi ambiti e potenziare la digitalizzazione sia nel Pubblico sia nel privato. È anche la missione con maggiore impatto trasversale proprio perché digitalizzazione e innovazione riguardano tutti i campi”, i progetti chiusi sono 3 su 3114.

Tra i progetti principali:
1) RTI TIM S.P.A. con FIBERCOP S.P.A “Finanziamento di progetti di investimento per la realizzazione di nuove infrastrutture di telecomunicazioni e relativi apparati di accesso In grado di erogare servizi con capacità di almeno 1 GBIT/S in download e 200 MBIT/s in upload. Aree Comunali. Importo complessivo € 413,12 Mln. Soggetto attuatore: Infratel – Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia.
2) RTI TIM S.P.A. con FIBERCOP S.P.A. “Finanziamento di progetti di investimento per la realizzazione di nuove infrastrutture di telecomunicazioni e relativi apparati di accesso In grado di erogare servizi con capacità di almeno 1 GBIT/S in download e 200 MBIT/s in upload. Aree Comunali. Importo complessivo € 328,69 Mln. Soggetto attuatore: Infratel – Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia.
3) TIM S.P.A. “Piano Italia 5G realizzazione di rilegamenti in Fibra Ottica di siti radiomobili” Aree Comunali. € 122,86 Mln. Soggetto attuatore: Infratel – Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia.
4) INWIT S.P.A. IN RTI CON TIM S.P.A. E VODAFONE S.P.A. “Finanziamento di progetti di investimento per realizzazione di nuove infrastrutture di rete idonee a fornire servizi radiomobili con velocità di trasmissione di almeno 150 MBIT/S in downlink e 30 MBIT/S in Uplink. € 61,86 Mln. Soggetto attuatore: Infratel – Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia.

La Missione 2

Per quanto, invece, riguarda la Missione 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica, che “ha l’obiettivo di promuovere la transizione ecologica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di rafforzare la resilienza ai rischi naturali e antropici. È anche la missione con maggiore impatto ambientale”, su 4934 progetti finanziati solo 756 vengono segnalati come chiusi.

La Missione 3

Andando avanti ed analizzando la Missione 3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile, che ha “l’obiettivo di rafforzare la mobilità sostenibile, sicura e intelligente, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di potenziare le infrastrutture strategiche per la connettività digitale e fisica. È anche la missione con maggiore impatto sociale”, su 14 progetti totali, 0 sono quelli conclusi.

La Missione 4

Per la Missione 4 Istruzione e ricerca, che ha l’obiettivo di rafforzare il sistema nazionale di istruzione e ricerca, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di promuovere la cultura e la creatività. È anche la missione con maggiore impatto umano, su 2687 progetti finanziati, quelli chiusi sono 0.

La Missione 5

Per la Missione 5 Inclusione e coesione, che ha l’obiettivo di promuovere la coesione sociale, la salute e la qualità della vita, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di rafforzare la sicurezza e la protezione civile. È anche la missione con maggiore impatto sociale, su 895 progetti previsti sono solo 4 quelli chiusi.

La Missione 6

Per la Missione 6 Salute (Risorse: PNRR: 452.6 Mln di € Altre risorse: 146.2 Mln di €), che ha l’obiettivo di promuovere la salute e la qualità della vita, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di rafforzare la sicurezza e la protezione civile. È anche la missione con maggiore impatto umano, su 498 progetti finanziati sono solo 14 quelli chiusi.

Tra i progetti principali:
– Assistenza domiciliare Regione Calabria Importo complessivo € 191.81 Mln 6) Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia Jazzolino “Adeguamento sismico ed Efficientamento Energetico”. Importo complessivo € 25 Mln
– Contratti di Formazione Medico Specialistica A.A. 2020/2021 “Conseguimento del Diploma di Specializzazione Il Corso rivolto a Medici Abilitati all’esercizio della professione. Durata: 5 anni. Importo complessivo € 15,4 Mln
– Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria “progetto per la realizzazione dell’edificio Covid-19 dedicato all’emergenza pandemica e del P.O. riuniti di Reggio Calabria”. Importo complessivo Importo complessivo € 8,4 Mln
Azienda Ospedaliera di Cosenza, Ammodernamento Parco Tecnologico. Importo complessivo € 7,5 Mln 10)Presidio Ospedaliero S. Maria degli Ungheresi di Polistena “Beni finalizzati alla digitalizzazione”. Importo complessivo € 7,12 Mln
– Interventi finalizzati alla digitalizzazione del DEA di Primo Livello del Presidio Ospedaliero Di Locri (Rc). Importo complessivo € 6,7 Mln
– ASP di Crotone “Sviluppo del sistema informativo del DEA di Primo Livello Ospedale San Giovanni Di Dio Di Crotone” € 6,6 Mln
– AOU Renato Dulbecco, intervento di realizzazione di 15 Posti Letto di Terapia Intensiva e 15 di Semintensiva compreso Pronto Soccorso dedicato del padiglione di Malattie Infettive – DCA/91 € 6,4 Mln.

Il rischio di perdere le risorse e le proposte del sindacato 

Il rischio concreto è quello di dover restituire il prestito all’Europa, indebitando la regione per diversi anni, senza riuscire a realizzare i progetti previsti e, quindi, trasformare la Calabria.

Cosa propone la UIL:

– Servono provvedimenti concreti per accelerare la messa a terra dei progetti, attraverso un piano di efficientamento della Pubblica Amministrazione, con assunzioni di qualità e piani di riqualificazione per il personale già in servizio. servono assunzioni a tempo indeterminato nella Pubblica Amministrazione centrale e locale.

– Occorre rivedere le deroghe sulle assunzioni.

– Vi è la necessità di un cambio di paradigma per il coinvolgimento delle parti sociali solco del dialogo sociale rafforzato per l’attuazione, monitoraggio e valutazione del PNRR.

– Investire circa il 3% delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza riferito alla Calabria – stiamo parlando di 300 milioni circa e di 30 milioni su base annua, per dare corso ad un nuovo piano occupazionale potrebbe, in parte, attenuare questi ritardi.

Si tratterebbe di coprire, per 10 anni, il costo di circa 850/900 impiegati fra istruttori (geometri e ragionieri) e funzionari di elevata qualificazione (ingegneri, architetti, avvocati, economisti). Naturalmente questo prevede, a monte, la previsione di una norma legislativa di carattere nazionale che consenta la deroga al tetto di spesa per le assunzioni. Ciò che colpisce, però, è che a livello nazionale attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza si preveda per contro di investire solo 534 milioni di euro per sostenere l’occupazione, su un importo totale di oltre 194 miliardi di euro di risorse, di cui ammontano a 151,4 miliardi di euro i fondi che le amministrazioni titolari devono ancora spendere alla luce della revisione del Piano. Come si intuisce la sfida di spendere i finanziamenti presi a prestito entro il 2026 appare assai difficoltosa da centrare. Basti pensare che, stando alla piattaforma OpenPnrr, allo stato attuale gli investimenti sono fermi a quota 40,52% rispetto ad un preventivato di 64,23% al secondo trimestre del 2024, mentre le riforme raggiungono il 79,26% a fronte di un preventivato dell’89,06%. Come scrive anche la Banca d’Italia nel suo ultimo rapporto “nell’ambito del PNRR una quota consistente delle risorse è destinata alla realizzazione di opere pubbliche, d’importanza strategica per il Paese. Per garantire una tempestiva attuazione degli investimenti e superare alcune criticità legate all’aumento dei costi dei materiali, il legislatore è intervenuto sia con alcune semplificazioni in ambito normativo, sia stanziando risorse aggiuntive”. Ne conviene che il fallimento della realizzazione di queste opere, legate all’ammodernamento infrastrutturale viario e ferroviario, metterebbe a serio repentaglio la realizzazione dell’intero piano.

Un piano che ai Comuni riconduce “il numero maggiore di gare bandite a livello regionale (il 90 per cento) che, nonostante fossero mediamente di importo contenuto (più dei tre quinti non superavano i 150.000 euro), rappresentavano circa il 60 per cento del valore dei bandi. La preoccupazione della Banca d’Italia, per la quale i progetti suscettibili di definanziamento ammontano a 626 milioni di euro pari all’11% del totale delle risorse assegnate alla Calabria, è condivisa dalla nostra Organizzazione sindacale.

Il governo con Il Decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 che riguarda ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)123. ha previsto misure per garantire la tempestiva attuazione degli interventi del PNRR, semplificazione delle procedure e rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni coinvolte. In tale contesto in data 27 maggio u.s. si è tenuta presso la Prefettura di Roma la riunione di insediamento delle oltre cento Cabine di coordinamento PNRR istituite, presso tutte le Prefetture, con il DL n. 19 del 2024. Con l’attivazione delle Cabine di coordinamento, vero e proprio strumento di supporto territoriale, il Governo prova così a rafforzare la governance del PNRR rendendo sistematico e più capillare il raccordo tra la Cabina di Regia per il PNRR, le amministrazioni centrali e i soggetti attuatori, valorizzando la prossimità territoriale e l’esperienza delle Prefetture, che assumono un rinnovato protagonismo nell’attuazione del Piano.

Ruolo delle Cabine di coordinamento sarà il supporto ai soggetti attuatori impegnati nell’attuazione del Piano, al fine di rilevare tempestivamente i segnali di criticità provenienti dal territorio, individuare in collaborazione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti le opportune soluzioni e contribuire, attraverso Piani di azione dedicati, alla loro celere implementazione. È mancato tuttavia il riconoscimento di un ruolo ad attori sociali quali le Organizzazioni sindacali che certamente avrebbero potuto contribuire, meglio di altri, attraverso una conoscenza diretta delle problematiche delle Funzioni Locali ed in particolar modo di quelle Calabresi.

Serve maggiore trasparenza

Lo stato di avanzamento dei singoli interventi del Pnrr e la spesa effettivamente sostenuta per migliaia di progetti approvati è ancora scarsamente accessibile. Nonostante le rassicurazioni pubblicate dal governo ad oggi queste informazioni non sono ancora pubbliche e accessibili a tutti. I dati del PNRR restano carenti se non del tutto assenti. È necessario da parte del governo uno slancio decisivo di trasparenza su un programma di investimenti così importante per il Paese.

Dato di crescita non confortante per la Calabria  

La SVIMEZ stima una crescita del PIL dell’Italia del +0,9% nel 2023, in decelerazione rispetto al +4% del 2022, ma comunque al di sopra della media dell’Ue (+0,4%). La dinamica del prodotto è stata eterogenea tra macro-aree e regioni italiane. Nel 2023, la crescita del PIL delle regioni meridionali è stata superiore a quella delle altre macro-aree: +1,3% contro +1% del Nord-Ovest, +0.9% del Nord-Est e +0,4% del Centro. Il Sud non cresceva più del resto del Paese dal 2015 (+1,4% contro il +0,6% del Centro-Nord). Altrettanto favorevole al Sud si è mostrata la dinamica occupazionale. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%.

In Calabria la variazione del tasso di occupazione (15-64 anni) in punti percentuali cumulati 2019/2023 fa segnare uno 0,3 (fonte elaborazione su dati istat), abbondantemente inferiore rispetto ai valori di Puglia (4,1), Basilicata (4,9), Campania (3,3), e Sicilia (3,9). Sulla crescita del PIL del Mezzogiorno ha inciso in maniera rilevante l’avanzamento degli investimenti pubblici cresciuti, nel 2023, del 16,8% al Sud, contro il +7,2% del CentroNord. Nel complesso delle regioni meridionali gli investimenti in opere pubbliche sono cresciuti da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel CentroNord). Una dinamica sulla quale dovrebbe aver inciso significativamente il progressivo avanzamento degli investimenti del PNRR e l’accelerazione della spesa dei fondi europei della coesione in fase di chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020. Piuttosto omogenea e sostenuta è stata la crescita del PIL in Abruzzo, Molise (+1,4%), Campania (1,3%) e Calabria (1,2%), con alcune differenze di carattere settoriale. In Abruzzo la crescita ha riguardato anche il settore industriale (+2%) che invece ha registrato una riduzione in Campania (-0,7%) e in Calabria (- 4,8). Va segnalato, però, che la Campania risulta la regione italiana con la maggiore crescita delle esportazioni nel 2023 (+29%). In Calabria l’incremento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale. Va segnalato che la regione Puglia nel complesso del periodo 2019-2023 con una crescita del 6,1% è risultata la regione italiana più dinamica.

Nell’intero mezzogiorno il PIL nel periodo 2019-2023 cresce mediamente del 3,7 e dell’1,3 nel solo 2023. In Calabria il PIL nel periodo 2019-2023 cresce mediamente del 1,3 e dell’1,2 nel solo 2023. In Generale il processo di crescita che ha caratterizzato le altre Regioni del Sud (specie Campania, Puglia e Sicilia) negli ultimi 5 anni non si avverte in Calabria. Come rileva il Rapporto della Banca d’Italia nel 2023 l’economia calabrese ha rallentato, dopo il biennio di recupero sostenuto che aveva fatto seguito alla crisi pandemica. Sulla base dell’indicatore ITER della Banca d’Italia, l’attività economica in Calabria sarebbe cresciuta nell’anno dello 0,6 per cento (3,2 nel 2022).

Fare il punto sul Pnrr in Calabria

E’ necessario verificare lo stato di attuazione del piano cercando di mettere a fuoco tappe, strategie, messa a terra delle risorse finanziarie autorizzate. Quello che emerge è un quadro preoccupante per certi versi, che evidenzia criticità in termini di risposta da parte dei soggetti attuatori – non solo dell’amministrazione pubblica calabrese, con autorizzazioni lente e pagamenti in ritardo. La Calabria ha spostato molti obiettivi nei prossimi anni: il rischio è che, dovendo realizzare troppi interventi entro il 2026, le attività si ingolfino e non riesca più a rispettare le scadenze stabilite da Bruxelles.

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