REGGIO CALABRIA – Alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria del 2020, in vista del turno di ballottaggio, il sindaco Giuseppe Falcomatà avrebbe accettato l’aiuto nel procurare voti in suo favore da Daniel Barillà, che puntava a sua volta far eleggere Peppe Sera. Quest’ultimo si sarebbe accordato con il capocosca, Domenico Araniti, detto “il Duca”, in un incontro avvenuto il 6 settembre del 2020 nell’abitazione di quest’ultimo nonché con Barillà. In cambio, la promessa di varie utilità e di ruoli da ricoprire. Ricordiamo che per Falcomatà non è stata richiesta alcuna misura cautelare.
Nelle carte dell’inchiesta Ducale eseguita nei giorni scorsi dai carabinieri del Ros, emerge che, rispetto alle elezioni comunali del 2020, la scelta di puntare sul candidato Sera, che appoggiava il sindaco Falcomatà, sarebbe stata legata alla promessi di avere in cambio utilità come l’inserimento del figlio del Duca, Antonino Araniti “nella struttura politica locale del PD e, al contempo, provando ad evitarne il licenziamento per motivi disciplinari, nonché intervenendo a favore di Daniel Barillà, proponendo, dapprima, all’assessore Cama di nominarlo amministratore/liquidatore della Leonia s.p.a”. Nomina che non sarebbe avvenuta poiché “incompatibile con quella dello stesso Barillà a componente dell’organo interno di valutazione del Comune di Reggio Calabria, avvenuta con decreto n. 40 datato 21.12.2020, a firma del neosindaco Falcomatà”.
La riconferma di Giuseppe Falcomatà però, “non appariva scontata nella fase iniziale, sia per via della vicenda giudiziaria che lo aveva riguardato, sia e soprattutto per la netta vittoria del centrodestra alle regionali del 2020; circostanze che, unitamente all’emergenza rifiuti e alla spinosa questione delle ecoballe che aveva creato frizioni nel comprensorio di Sambatello, che avevano in parte compromesso l’ascesa politica del Sindaco uscente e, per quanto qui maggiormente rileva, i rapporti tra quest’ultimo e il Barillà”.
Il confronto aspro tra il sindaco e Barillà
Il 9 giugno del 2020 ci sarebbe stato un aspro confronto telefonico tra Barillà e l’allora sindaco Falcomatà, durante il quale quest’ultimo si mostrava “contrariato per via del presidio di protesta del costituendo Comitato Pro Sambatello, di cui Barillà era promotore, contro la decisione assunta dal Comune di Reggio Calabria di confezionare i rifiuti solidi urbani in ecoballe da stoccare all’interno dell’impianto metropolitano TMB di Sambatello, ritenendolo la protesta “un’azione strumentale” per oscurare la sua figura in vista delle imminenti elezioni comunali”. Barillà, “dopo il tentativo infruttuoso di condizionare le decisioni politiche del sindaco, replicava paventando un ricorso al TAR avverso l’ordinanza emessa dalla Comune” ma il 16 giugno, dunque pochi giorni dopo tale conversazione, le testate giornalistiche locali “davano la notizia che il sindaco aveva accettato di affrontare la questione ecoballe con un gruppo di esponenti del Comitato Pro Sambatello.
“Danielino, che vogliamo fare? Ho bisogno di una grande mano”
Falcomatà e Barillà si sarebbero messi d’accordo dunque quando il 21 settembre 2020, si profilava il ballottaggio dopo il primo turno. Barillà “indicava la strada da percorrere insieme” e in un’intercettazione dice “se al ballottaggio si arriva con Minicuci dovremmo vincere facile”.
Pochi giorno dopo, il 25 settembre dello stesso anno, si registra la conversazione tra Falcomatà e Barillà. E’ il sindaco a contattarlo chiedendo espressamente il suo aiuto “che vogliamo fare. Ho bisogno di una grande, grande mano“. Ciò, si ipotizza, per ottenere la vittoria al ballottaggio, ricevendo garanzie in tal senso e un piano di pronta attuazione “dobbiamo vincere. Noi dobbiamo vedere… ti dico quello che penso io, poi nei prossimi giorni… facciamo due incontri e via e poi non dobbiamo vederci più. E ci vediamo il sei”.
Dalle intercettazioni il ‘patto’ sembra essere evidente: «sindaco buongiorno, allora io mi sono fatto una chiacchierata con un paio di persone… Bisogna essere operativi, è inutile fare cene, cenette e incontri e aperitivi, cioè bisogna fare incontri singoli, quindi se tu mi dici il giorno”. Da qui l’invito di Falcomatà a vedersi nella sede del suo comitato elettorale, attraverso un accesso riservato “un’entrata laterale che, tuttavia, Barillà non avrebbe sfruttato “perché deciso a schierarsi per la sua elezione” e di conseguenza per far eleggere Sera.