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Associazione mafiosa ed estorsione, blitz dei carabinieri nella Sibaritide: cinque misure cautelari

Associazione mafiosa ed estorsione, blitz dei carabinieri nella Sibaritide: cinque misure cautelari

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CASSANO IONIO (CS) – E’ scattato alle prime ore di oggi un blitz antimafia nella zona della Sibaritide. I carabinieri hanno eseguito misure cautelari emesse dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda di Catanzaro nei confronti di cinque indagati, quattro dei quali destinatari di custodia in carcere ed un provvedimento di divieto di dimora nella regione Calabria. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiosa. L’operazione è stata eseguita, oltre che nel Cosentino, anche a Cuneo e Parma.

Il provvedimento scaturisce da una attività di indagine consistita nel riscontrare le denunce presentate da due imprenditori su tentate estorsioni, nonché nel valorizzare le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Le risultanze acquisite, in particolare, hanno permesso di ricostruire, in termini di gravità indiziaria l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta “Abbruzzese” e “Forastefano”, attive a Cassano Ionio e nei comuni limitrofi.

Le attività estorsive ascritte agli indagati si inquadrano nel più ampio progetto criminoso finalizzato a reperire i fondi necessari a garantire il sostentamento dei sodali, con particolare riferimento a quelli detenuti e relativi familiari.

Il reato di associazione mafiosa è contestato a quello che gli investigatori ritengono essere il reggente della cosca, Marco Abbruzzese, di 44 anni. Coinvolta anche la convivente di Nicola Abbruzzese, detto ‘semiasse’ elemento di spicco della consorteria, ovvero Finizia Pepe, che si occupava della gestione della contabilità e delle comunicazioni tra gli associati.

Dall’attività, secondo l’accusa, è emersa l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta Abbruzzese e Forastefano che avrebbero tentato di imporre il pizzo agli imprenditori per reperire i fondi necessari a garantire il sostentamento degli affiliati, con particolare riferimento a quelli detenuti, e delle relative famiglie.
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