I grandi della terra oggi si inchinano ad un grande uomo del nostro tempo: nonostante i suoi 95 anni, Nelson Mandela era un uomo del nostro tempo.
Uno che, nonostante la morte, ha ed avrà ancora molto da dire. Lo dirà attraverso la memoria ed il ricordo ma anche con la testimonianza di chi lo riconosce suo maestro; è il caso del presidente più potente della terra, Barack Obama: “un esempio nella mia vita”. Ed ancora: ”le sue parole saranno un faro” firmato Ban Ki-moon. Qualsiasi parola per definire quest’uomo sarebbe superflua ed inadeguata: padre della civiltà, premio nobel, uno che da “guerriero” ha combattuto una “guerra” epocale con la pazienza ed il sorriso. Di lui si ricorderanno numerosi passaggi politici ed umani ma, quella che per me resta ferma guida è la seguente: “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è quella di avere un enorme potere. E’ la nostra luce, non la nostra oscurità, che ci spaventa di più. Ci chiediamo: “chi sono io, per credermi brillante, stupendo, pieno di talenti, favoloso?”. In realtà, chi sei tu per NON esserlo? Sei un figlio di Dio. Il tuo stare nel piccolo non aiuta il mondo. Non c’è niente di illuminato nel raggrinzirti, così che le altre persone non si sentano insicure vicino a te. Sei fatto per risplendere, come i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è in noi. Non è solo in alcuni di noi: è in ognuno. E quando lasciamo splendere la nostra luce, inconsciamente diamo il permesso agli altri di fare lo stesso. E quando ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”. (Nelson Mandela)
Una percezione delle responsabilità infinita, accostabile a pochi, anzi a pochissimi.