La candidata al consiglio comunale di Cosenza del Pd lancia la sua sfida alla vecchia politica: “Bisogna abbattere quel rapporto clientelare fondato sul bisogno”.
COSENZA – È sempre difficile riassumere concetti chiari e di per sé espressi sinteticamente. Ma il nostro mestiere è fatto anche di questo, cerando sempre di restituire una realtà fedele, si direbbe, all’autore. È una premessa doverosa perché Bianca Rende candidata nelle liste del Pd, ha questa capacità, dovuta alle sue competenze e alle sue esperienze oltre le Alpi. Nella sua presentazione mette in primo piano la sua famiglia, il padre Pietro Rende in particolare, già deputato della Repubblica per tre lustri, oltre che consigliere regionale, persona che gode di grande stima, il marito Titti Branda ed una serie di amici che da sempre hanno accompagnato la famiglia Rende. Giusto per dire in che ambito è maturata la sua candidatura. È un discorso che in poco più di 15 minuti, riesce a snocciolare temi di grande rilevanza e respiro che vanno ben al di là dei confini, stretti, della nostra città. Bianca Rende è questa, sa il fatto suo e ci crede in quel che dice quando afferma che una delle sue mission è riavvicinare la gente alla politica come “l’arte migliore del mondo”. La politica, continua Rende, è stata deturpata da chi ne ha fatto occasione di guadagno personale. L’occasione è data dalla tornata elettorale che è davanti a noi…. Questo il forte appello di Bianca Rende, a tutti coloro che si sono allontanati da questa, appunto, “arte”.
L’onestà intellettuale non le impedisce di affermare che certamente Cosenza non è una città da terzo mondo ma sottolinea come bisogna chiedere e fare di più. “Cosenza non è solo Corso Mazzini ma ci sono quartieri che vivono in uno stato di degrado, quartieri dove vivono persone e soprattutto bambini. Il suo pensiero va ad una cittadina, madre di 6 figli, che vive in una casa fatiscente. Questa è l’esplicitazione del pensiero di Bianca Rende in merito all’attenzione che lei riserva alle politiche sociali. Nonostante la finanza nazionale, dice Bianca Rende, sia sempre più avara. “Le mie competenze circa i Fondi comunitari, possono essere un’occasione per la nuova amministrazione guidata da Carlo Guccione. Certamente utilizzare questi fondi per le opere pubbliche va bene perché crea una città attrattiva ma bisogna anche investire nelle politiche di inclusione attiva, investire in una progettualità adeguata tale da creare una rete tra associazioni che funzioni a prescindere dall’istituzione comunale. È qui il salto di qualità del pensiero di Bianca Rende ossia abbattere quel rapporto clientelare fondato sul bisogno. Il rapporto tra l’associazione o la famiglia bisognosa col sindaco, fino ad oggi, è stato diretto. Nelle grandi città europee non funziona così, continua Rende, li si finanziano i progetti, le associazioni camminano con le proprie gambe, si interfacciano loro col bisogno. Questo non è, e non deve essere, una rendita per la politica. È la giusta visione per intendere l’azione politica ancora possibile e radicalmente diversa, lasciatemelo dire.
Altro tema, non retorico, per Bianca Rende, è la città unica. “La grande Cosenza”, tema politico della campagna elettorale di Guccione, significa ridare centralità ad una città come Cosenza, non solo in Calabria ma nell’intero mezzogiorno. L’integrazione funzionale dei servizi è la strada da percorrere insieme a quella delle infrastrutture. Qui c’è l’altro passo in avanti. “Le opere non devono essere viste nella loro singolarità – il riferimento è al nuovo ospedale e alla metro tramvia – ma nell’ambito di una visione più complessiva e strategica che ci consentirà di portare la nostra città all’attenzione del meridione d’Italia. L’obiettivo si può raggiungere avendo Guccione sindaco, Oliverio presidente della Regione e Renzi presidente del Consiglio: è una sinergia straordinaria. L’esempio a cui guardare è Matera, una realtà che ce l’ha fatta e testimoniata dalla presenza della Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, prima donna a dirigere un centro di formazione universitario e cosentina doc. Insomma una visione larga, che guarda oltre, guarda alla creazione di un concetto di cittadinanza ambizioso, attivo, che non cammina a testa bassa trovando le sue origini in grandi pensatori di cui Telesio è esempio. “Eppure le energie ci sono tutte. Ci sono colleghi, amici di Cosenza che lavorano all’estero e che dovrebbero trovare qui, nella nostra terra la possibilità di contribuire al suo sviluppo”. Bianca Rende si candida in un’ottica che è quella di contribuire fattivamente alla crescita della città avendo come riferimento le parole di Don Bosco, convinta che tutti debbano metterci la faccia. Il finale è riservato ad una necessità che è quella della limpidezza sul piano morale: “non ho bisogno di essere esaminata da nessuno, non ho bisogno di mostrare il certificato penale. La mia storia, quella della mia famiglia parlano da sé”.