Processo Anas, emergenza neve: sentiti i capisquadra del centro manutenzione di Piano Lago

Nessuno degli addetti alla manutenzione dell’autostrada, all’epoca ancora A3 Salerno –  Reggio Calabria vide gli svincoli presidiati

 

COSENZA – Inizia a delinearsi l’istruttoria dibattimentale del processo Anas, emergenza neve che il 19 gennaio del 2016 portò al blocco dell’autostrada e di circa sei mila automobilisti per quasi 12 ore al freddo, con un intervento di primo soccorso giunto solo dopo alcune ore dall’inizio dell’abbondante nevicata. Eppure era stato diramato l’allerta meteo ma nessuno degli organi preposti quel giorno controllò gli automobilisti se fossero dotati di appositi pneumatici oppure catene a bordo. Nelle prime udienze sono stati sentiti gli stessi automobilisti che hanno raccontato la vicenda, i disagi e il dramma vissuto in quelle ore. Tutti hanno dichiarato di non avere visto nessuno preposto ai controlli dei mezzi presso gli svincoli autostradali.

Il 26 luglio del 2016 il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico dell’ufficio Procura di Cosenza chiese il rinvio a giudizio per Vincenzo Marzi, in qualità di capo compartimento dell’ufficio Anas e Nicola Nocera, dirigente dell’area tecnica esercizio compartimento dell’allora A3 Salerno Reggio Calabria oggi Autostrada del Mediterraneo. I due dirigenti sono accusati dei reati di interruzione di pubblico servizio ed omissione di atti di ufficio, ossia di essere i responsabili del blocco dell’autostrada, a causa di un’abbondante nevicata, pur avendo ricevuto l’avviso di condizioni meteo avverse da parte del dipartimento di Protezione Civile; in particolare “omettevano di attivare le procedure previste dal piano neve 2015/2016, ed in particolare, la tempestiva applicazione dei codici di allerta e di intervento, non chiudendo il tratto autostradale interessato dagli eventi e consentendo, al contrario, la normale circolazione dei veicoli, che rimasero così bloccati per ore, senza che gli automobilisti ricevessero alcuna assistenza”.

Il racconto del cantoniere e i capisquadra del centro manutenzione di Piano Lago

Nell’udienza di ieri sono stati ascoltati alcuni dipendenti Anas che, quel giorno rimasero bloccati in autostrada insieme agli automobilisti mentre cercavano di risolvere l’emergenza neve. L’accusa ha chiamato a testimoniare sul banco dei teste tre dipendenti Anas, tra cui due capisquadra del centro manutenzione di Piano Lago che quel giorno rimasero bloccati in autostrada insieme agli automobilisti mentre cercavano di fronteggiare l’emergenza. Il primo ad essere ascoltato un cantoniere autista D.A.: «Svolgo il cantoniere autista e nel 2016 prestavo servizio al posto manutenzione Piano Lago. Il 19 gennaio rimasi in servizio dalle 5.40 fino alle 22. Iniziai alle 5.45. Già la mattina le temperature erano bassissime e dopo le 6 sono uscito con il mezzo spargisale: ho caricato un cassone 70 –  80 quintali di sale e ho percorso il tratto autostradale Cosenza sud – San Mango d’Aquino. Sulla carreggiata non c’era niente ancora. Essendo temperature basse ho fatto prevenzione.

Poi sono rientrato e verso le dieci sono riuscito a fare la stessa operazione, a spargere sale. Poi non ricordo bene gli orari; insieme al mio caposquadra siamo usciti affiancati con un altro mezzo intorno alle 12 – 12.30 e già iniziava a nevicare. Abbiamo fatto lo stesso tratto, io sono uscito sempre con lo stesso mezzo. Il mezzo utilizzato da me non aveva la lama. Questo mezzo era davanti a me ed io dietro spargevo sale. Poi la situazione è peggiorata e ci hanno comunicato di andare al km 280 + 400 che ci stavano macchine ferme, sulla carreggiata nord con mezzi intraversati. A me l’ha comunicato il mio caposquadra. Ancora l’autostrada non stava bloccata. Ci stavano mezzi intraversati e si poteva bloccare e ostruire la carreggiata. Al nostro arrivo c’erano mezzi in panne, veicoli e mezzi pesanti sprovvisti di catena. Abbiamo proseguito per circa un altro km ma poi siamo stati impossibilitati a proseguire. La strada si è liberata sul tardi. Dalle 13 sono rimasto bloccato fino alle 18 circa.

 

Auto boloccate lungo la A3, l’ autostrada Salerno-Reggio Calabria

 

Abbiamo trovato principalmente i mezzi pesanti che avevano bloccato la carreggiata. Con i mezzi nostri siamo rimasti bloccati insieme agli utenti impossibilitati a proseguire. L’altra corsia sud non ricordo se fosse bloccata: io ero bloccato nei pressi della galleria. Non so se nell’altra corsia siano arrivati mezzi con la lama».

Il pubblico ministero Tridico a ricordo di memoria legge una parte delle dichiarazioni rese a verbale presso i carabinieri di Cosenza il 28 gennaio 2016 : “tale operazione mi ha consentito di proseguire fino al km 277 dove c’era un mezzo pesante ed ho dovuto attendere l’arrivo di un altro mezzo con lame per sbloccare”. «Confermo – dichiara il cantoniere autista-. Il mio turno era fino alle 14 poi ho proseguito fino a mezzanotte. Durante la mattinata al mio passaggio non c’erano forze dell’ordine. Dell’Anas c’eravamo noi con i mezzi. Ho visto il mio caposquadra. Poi non ho visto se c’erano altri colleghi. Via radio il codice segnalato non me lo ricordo ma c’era la sala operativa che comunicava tutto con il caposquadra, io non parlavo con la sala operativa».

Rispondendo alle domande poste dal collegio difensivo (l’ avvocato Romano per l’ing. Nocera e l’avvocato Sabato per l’ing. Marzi) ha spiegato che chi era dotato di catene nel momento in cui la strada risultò libera riuscì a proseguire e che lui quella mattina non comunicò con l’ingegnere Marzi: “Io ho interloquito solo con il caposquadra. Non so se ha interloquito con l’ingegnere Marzi. Sopra il caposquadra ci sono altre 4 figure che intercorrono con l’ingenere Marzi

E’ stato poi il turno di uno dei capisquadra che quella mattina affiancava il cantoniere a cui l’ufficio di Procura ha chiesto di ripercorrere i momenti di quella giornata. «Sono dipendente Anas e nel 2016 prestavo servizio a Piano Lago presso il posto di manutenzione. Il 19 gennaio 2016 partendo dall’orario del turno di servizio alle 5.45. verso le sette è uscita la prima macchina per basse temperature per prevenzione ghiaccio. Intorno alle 9.30 – 10 è iniziato a nevicare e sono uscite altre due macchine a fare sempre prevenzione, mezzi muniti di lama e spargisale fino alle 11. Poi la mia macchina l’ha presa il collega e io ho preso la macchina solo con lama per attività di prevenzione per basse temperature. Io prendo direttive dalla sala operativa. Quel giorno avevamo disposizioni dal capo nucleo e capo reparto. C’era un codice allerta meteo, abbiamo avuto segnalazioni da parte della sala operativa del codice ed abbiamo fatto la prevenzione.

Il sale in autostrada

Io sono uno dei responsabili del posto di manutenzione di Piano Lago, ma come deposito non so quanto sale ci fosse. Quel giorno era carico di sale ed è stato utilizzato. Io ho fatto tre viaggi fino alle 11 prima di consegnare lo spargisale al collega. Ho percorso Cosenza sud fino a Stupino poco prima dello svincolo di Altilia. Fino alle 13.30 era innevato ma scorrevole. Verso le 13.30 mi ha chiamato il mio capo nucleo dicendo che c’erano due mezzi pesanti intraversati. Il traffico era a rilento ma camminava. La nevicata è iniziata verso le 9.30 – 10. Abbiamo proceduto con lo spargisale e dopo le 11 ero con mezzo lama. Lungo la carreggiata eravamo 4 mezzi la mattina poi sono arrivati altri colleghi. Una lama di 3 metri e 54  – ha chiarito il dipendente Anas – libera solo una corsia; poi se i mezzi camminano accoppiati si libera tutto.

La circolazione autostradale

«Fino alle 13 si circolava a rilento ma si circolava». La Procura chiede se un normale automobilista senza pneumatici termici sarebbe riuscito a transitare con la neve presente sull’asfalto prima dell’una oppure se già fossero presenti delle criticità. «Non lo so, ma si camminava con difficoltà. Alle 13.30 mi ha chiamato il superiore chiedendomi di portarmi al 277 prima dello svincolo di Rogliano – direzione nord – perché c’erano mezzi pesanti intraversati. Poi sono arrivato sul viadotto Stupino e mi sono bloccato. C’erano i mezzi in doppia fila, abbiamo cercato di spostarli ma nulla».

I veicoli in autostrada

«Non lo so se le macchine continuassero ad entrare in autostrada. Io ho comunicato alla sala operativa che ero bloccato alle 13.30 nel tratto Stupino, ma non ho chiesto se c’erano problemi agli svincoli. Nel piano neve bisogna comunicare che il traffico è bloccato. Io non posso decidere altro».

Il presidio autostradale

L’accusa chiede ancora se durante il tratto  -Cosenza –  il caposquadra avesse visto le forze dell’ordine presenti all’ingresso di Cosenza sud e nord, Altilia e tutte le varie uscite autostradali controllare i mezzi se dotati di pneumatici per potere affrontare il tratto autostradale. Il caposquadra ha risposto che “fino alle 13.30 non c’era nessuno; io entravo ed uscivo sui mezzi fuori. Poi quando sono rientrato alle 19 di sera, momento di sblocco dell’autostrada, era presente il corpo della Forestale a Piano Lago. La situazione è tornata regolare verso le 18.30 – 19: mi hanno raggiunto dei colleghi contromano e poi lì si è sbloccata la strada. La corsia bloccata era la nord. La sud non ricordo se fosse bloccata; io ho sentito l’altro collega che era rimasto bloccato verso Cosenza».

Il teste ha poi risposto alle domande dell’avvocato Feraco ripetendo e chiarendo che alle 5.45 constatata una temperatura bassissima uscirono con i mezzi per prevenzione neve. Quando la situazione diventò più difficile si mise in contatto con la sala operativa dell’Anas comunicando l’inizio della nevicata e che fosse rimasto bloccato in autostrada. Ha chiarito ancora che le uniche direttive che avevano fino al momento del blocco fossero quelle di spargere il sale e che comunicò alla sala operativa quando rimase bloccato al km 277. Insieme alla polstrada aiutarono molti automobilisti ad effettuare inversione di marcia per proseguire in direzione sud verso l’area di servizio poco distante. A proposito del blocco l’avvocato domanda: “Il blocco era stato previsto? Se l’autostrada si fosse riempita all’inverosimile qualcuno disse predisponiamo un percorso diverso?” “No, nessuno dell’Anas”.

Rispondendo poi alle domande della difesa dell’imputato Nocera e Mazzi ha dichiarato tra l’altro di non essere a conoscenza di un ordinanza in cui l’Anas deve presidiare gli svincoli; di avere collaborato con la polstrada nel tratto “Stupino” per effettuare inversione di marcia agli automobilisti “Quella sera c’era la Forestale. Ad Altilia poi la sera tardi c’erano i carabinieri” ribadendo che “Alle 13.30 non c’era nessuno. Poi quando sono rientrato verso le 19 c’era la forestale a Piano Lago”. Il caposquadra ha poi spiegato che le forze dell’ordine hanno l’obbligo di bloccare le autovetture se non sono dotati di pneumatici e catene e che è riportato anche sui pannelli in autostrada. Per quanto riguarda la presenza degli imputati in autostrada ha dichiarato di aver incontrato nel tardo pomeriggio Nocera e di non avere mai contattato direttamente l’ingegnere Marzi. “Ho parlato con la sala operativa e c’era il caporeparto”.

LA COLPA E’ DEGLI AUTOMOBILISTI

Ultimo teste convocato in aula un altro caposquadra in servizio quel giorno, secondo il quale la colpa sarebbe stata solo ed esclusivamente degli automobilisti, nello specifico dei Tir intraversati per via della mancanza di catene a bordo o pneumatici da neve. Rispondendo alle domande della Procura ha dichiarato che quel giorno entrò contromano sulla carreggiata sud per liberare la strada e insieme a lui a spalare la neve e a tentare sull’autostrada di far partire i tir fu presente l’ingegnere Nocera. Secondo il teste insieme al funzionario Anas operarono manualmente, spargendo sale sotto le ruote dei tir, operazione che richiese molto tempo. Ha ripetuto più volte, nonostante le domande poste anche dal Collegio giudicante, che la responsabilità sarebbe solo ed esclusivamente degli automobilisti sprovvisti di ruote antineve o di catene e che non seguirono la cartellonistica in autostrada predisposta da Anas. Per quanto riguarda il presidio degli svincoli ha dichiarato senza ombra di dubbio che non sarebbe competenza dell’Anas per il blocco, ma della polizia o carabinieri o altri.

Nel collegio difensivo tra gli altri gli avvocati Feraco, Aquila, Pepe, Sabato.

 

 

 

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