Azienda Ospedaliera condannata per la morte di una bambina, ma non paga il risarcimento

Notificato un altro pignoramento. L’Ospedale non paga. La storia di Anna (nome di fantasia) non sembra avere fine

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COSENZA – Ancora una volta l’Azienda Ospedaliera di Cosenza è stata condannata ad un maxi risarcimento per la morte di una bambina avvenuta per accertata infezione ospedaliera ma nonostante la sentenza è passata in giudicato, l’Ospedale non paga, costringendo i familiari a notificare il pignoramento. Nonostante la certezza della responsabilità acclarata dai periti del Tribunale di Cosenza, l’Azienda Ospedaliera non paga il risarcimento la famiglia, assistita dall’Avv. Massimiliano Coppa esperto in colpa medica – notifica il pignoramento come già avvenuto per altre sentenze che, purtroppo, l’Ospedale, pur regolarmente coperto da polizza assicurativa per la quale pagava un premio annuo di circa tre milioni di euro, non intende pagare.

Questa ulteriore piega della vicenda rievoca il dolore per la prematura scomparsa della bambina e non lascia parole in merito alle condotte intrattenute dall’Amministrazione ospedaliera posto che la sentenza da oltre 90 giorni è definitiva e no più impugnabile al fine di rivedere i termini della responsabilità.

La procedura esecutiva intrapresa dalla famiglia della bambina comporterà ulteriori costi ed interessi sulle somme vergate dal Tribunale Bruzio e non più contestabili considerato che l’inadempimento posto in essere dall’Ospedale – condannato in via definitiva – e che ha inteso corrispondere solo la somma di 100mila euro a fronte di una somma sei volte superiore, non è più discutibile in alcuna sede di merito. Anche questa vicenda, già trattata dal Tribunale di Cosenza, è giunta ora sul tavolo del Giudice dell’Esecuzione del Tribunale Bruzio la cui udienza è fissata per il 26 luglio 2024 al quale i familiari della bambina sono stati costretti a rivolgersi per eseguire la sentenza che gli ha riconosciuto una ingente somma a titolo di risarcimento oltre interessi legali per oltre 6 anni, anche se questo ulteriore tassello garantisce l’esecuzione della sentenza ma inevitabilmente rievoca un dolore immenso mai sedato per l’ingiusto decesso della bambina.

Anche questa vicenda si aggiunge alla vicenda relativa alla condanna per il risarcimento di una provvisionale per il decesso del paziente Cesare Ruffolo deceduto a seguito della somministrazione di una sacca di sangue infetto che lo condusse a morte in poche ore, a seguito del quale fu eseguito il pignoramento presso l’Ufficio Ticket – CUP dell’Ospedale e presso l’ufficio del Direttore Generale dove pignorò sedie, scrivanie, quadri ed altre cose, oltre a quella relativa al pignoramento effettuato qualche settimana addietro sempre presso l’Ufficio Ticket a causa della condanna al risarcimento per la morte di un uomo di 67 anni avvenuta 12 anni addietro.

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