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Mendicino, canile Terredonniche: in sette rinviati a giudizio

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Mendicino, canile Terredonniche: in sette rinviati a giudizio

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Solo il medico veterinario Antonio Troisi non dovrà affrontare il processo. Prima udienza a gennaio per il rappresentante legale del canile ed i gestori, per il direttore dei lavori e progettista dei box e della rete fognaria e il responsabile comunale dell’area tecnica di Mendicino

 

COSENZA – Così ha deciso il giudice per le udienze preliminari Manuela Gallo nel primo pomeriggio dopo l’udienza in cui il collegio difensivo ha motivato la posizione di ogni indagato che dal primo pomeriggio sono diventati imputati per presunti illeciti nella gestione del canile rifugio. Finiscono quindi sotto processo la famiglia Bruno che ha in gestione il canile comunale. Franca Battaglini, 60 anni, Arturo Bruno 65 anni, I figli Giovanni e Elisa Bruno rispettivamente di 28 e 35 anni, sono accusati di avere detenuto all’interno del canile rifugio, senza i requisiti necessari previsti dal Dpgr-Ca del 2012, un elevato numero di cani (circa 700) in condizioni di evidente sovraffollamento, compromettendone il loro benessere e cagionando agli stessi gravi sofferenze;

Sempre Arturo e Giovanni Bruno, quest’ultimo in qualità di progettista e direttore dei lavori per la realizzazione di una rete fognaria del canile, Franca Battaglini, Roberto  Bruni in qualità di progettista e direttore dei lavori per la realizzazione della rete fognaria e Giuseppe La valle in qualità di progettista e direttore dei lavori per la realizzazione di box adibiti al ricovero degli animali, in concorso tra loro, sono accusati della realizzazione su un terreno ricadente nella fascia di 150 metri dall’argine del Torrente Carone, numerosi box da destinare al ricovero degli animali, nonchè la rete fognaria per la raccolta delle acque reflue provenienti dal canile e successivo allaccio alla rete fognaria comunale, senza richiedere l’autorizzazione paesaggistica. I fatti contestati vanno dal periodo giugno 2005 fino all’ottobre 2017

Greco Roberto, in qualità di responsabile dell’area tecnica del comune di Mendicino dal primo gennaio 2010, procurava un ingiusto vantaggio alla società Cino Sport rilasciando un’autorizzazione comunale per la realizzazione della rete fognaria per la raccolta delle acque reflue provenienti dal canile ed il successivo allaccio alla rete fognaria comunale in violazione di legge, trattandosi di una zona gravata da vincolo paesaggistico ed idrogeologico.

Il medico veterinario Antonio Troisi in qualità di dirigente del servizio medico veterinario, responsabile del distretto sanitario di Cosenza – Savuto, era accusato di aver provocato intenzionalmente un ingiusto vantaggio a Franca Battaglini, legale rappresentante della società Cino sport, esprimendo parere favorevole all’accreditamento del canile, nonostante fosse a conoscenza, a seguito del sopralluogo del 29 giugno 2016, del sovraffollamento esistente presso il canile e della carenza dei requisiti richiesti. La sua posizione è archiviata.

Unica associazione ammessa Croce del Sud rappresentata dall’avvocato Giacomo Anelli da cui sarebbe partito il blitz all’interno del canile e la successiva denuncia insieme ad altre 12 associazioni

Nel collegio difensivo gli avvocati Pasquale Vaccaro, Marietta De Rango, Marlon ed Ubaldo Lepera.

 

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