Come sono lontani i tempi in cui l’antistato aveva un suo codice d’”onore”.
Fra le “leggi” non scritte, quella ferrea di non coinvolgere nella “mattanza”, donne e bambini. Invece, oggi, barbarie inaudita: la cronaca fa registrare a Cassano Jonio il triplice omicidio di un pregiudicato, della sua convivente e di un bambino innocente di tre anni, prima uccisi e poi carbonizzati. Un atto atroce che esige ferma condanna, non solo da parte della collettività, dello Stato e delle sue articolazioni che sono chiamate ad una risposta immediata e severa, ma anche, probabilmente, da quell’antistato, oggi dopo questo orrore, solo delinquenza senza onore. Saremo pure ripetitivi ma che colpa poteva avere un bambino di tre anni? Contro chi poteva testimoniare? A chi poteva dare fastidio? Solo barbarie. Un altro dato allarmante è il territorio. Succede nel cosentino, fino a qualche anno addietro, una zona piuttosto “franca” e tranquilla, non la Reggio del quotidiano omicidio. Si scoprirà, come in questi ultimi mesi, sia solo calma apparente, pezzo di Calabria che dà “ospitalità” ai più grossi ricercati d’Italia. Sono finiti i tempi del boss che batte il pugno sul tavolo e gli altri eseguono, così come solo lontanissimi i tempi di Falcone e Borsellino, di Dalla Chiesa e di tanti “servitori” della Stato che sono morti nell’adempimento del proprio dovere. Cosenza è ormai una polveriera con la miccia innescata e, questo, non lo scopriamo certo noi. Ora, dopo il martirio, c’è solo bisogno di ferme risposte e di giustizia.