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Vigili del fuoco, Usb e Conapo: “a Cosenza esasperazione e clima di tensione”

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Vigili del fuoco, Usb e Conapo: “a Cosenza esasperazione e clima di tensione”

Una situazione difficile ed “esasperante” quella denunciata da tempo dal sindacato Usb riguardo al comando di Cosenza, al quale si aggiunge la voce del Co.Na.Po – sindacato autonomo vigili del fuoco

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COSENZA – In una nota a firma del coordinatore regionale dell’Usb, Cutruzzulà e del segretario del Conapo Calabria Spizzirri, emergono ancora una volta il clima di “esasperazione e continua tensione che si vive nel comando di Cosenza”.

«Una volta erano “comandanti”, buona parte con la “C” maiuscola; vivevano nei cortili, insieme ai pompieri, respiravano la stessa aria, mangiavano alla stessa mensa, riuscivano a capire l’importanza di chi opera sul campo, di chi fa soccorso. Oggi ci troviamo davanti a semplici “carrieristi” definiti “manager”, gente di comodo al sistema, personaggi spesso preoccupati soltanto dei propri interessi, per raggiungere i quali si avvalgono di mezzi, metodi e personaggi molto discutibili».

«D’altronde, leggere ancora una volta sulla stampa del fango catapultato sui vigili del fuoco – scrivono i due sindacalisti – per colpa di qualche dirigente (ci riferiamo alle notizie diffuse dalla stampa relative all’incendio del palazzo Torre del Moro di Milano) fa sempre male: a Cosenza anche di più, perché quando sembra che certe tristi e vergognose notizie possano andare nell’oblio, giunge qualche novità a risvegliare gli amari ricordi. Per questi dirigenti incollati alla poltrona il soccorso è l’ultimo pensiero: i vigili sono pochi? Si chiudono le sedi, lasciando scoperto il territorio a danno dei cittadini! I mezzi sono vecchi ed insicuri? Una scrollata di spalle accompagnata dalla solita frase di circostanza “questi abbiamo” e così una scusa per tutto, la trovano sempre… mentre i vigili, quando chiamano i cittadini, si infilano nei catorci e cercano di correre per soccorrere rischiando più di quanto le situazioni di pericolo rappresentano».

«I vigili si chiedono spesso – scrivono Cutruzzulà e Spizzirri – quanto vale per un dirigente del genere la vita di un Vigile del Fuoco?”; quanto vale il sacrificio di chi guida in sirena, rischia la vita, rinuncia alle ferie, abbandona i propri affetti?”. Ed ancora “è mai possibile che un carrierista della poltrona debba costruire la sua carriera sul sacrifico, sulla sicurezza e sulla vita dei vigili?”. Aiutare la gente è importante ma anche i pompieri sono persone che lavorano per portare una pagnotta ai propri figli!»

«Nel comando di Cosenza – spiegano – si vive con esasperazione in un clima di continua tensione, mentre il dipartimento sulla carta promuove le buone prassi per combattere lo stress lavoro-correlato (parole, parole), per la conciliazione tra lavoro professionale e cura della famiglia, per l’auto-aiuto psicologico tra colleghi mentre a Cosenza vengono individuati i soggetti più deboli e psicologicamente più fragili da utilizzare contro i colleghi. Questa è la denuncia che i lavoratori ci fanno pervenire – concludono i due rappresentanti sindacali – e ci riferiamo a tanti lavoratori di altre OOSS gialle e tanti altri lavoratori che per paura di ritorsione non esprimono il loro pensiero poiché il dirigente espleta una opera di “convincimento” in modo gravissimo ed anticostituzionale” per intimorire e minacciare ritorsioni contro di loro. I vertici del dipartimento rimangono in vergognoso silenzio».

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