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Uccise la moglie al terzo mese di gravidanza: ergastolo per Giovanni Di Cicco

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Uccise la moglie al terzo mese di gravidanza: ergastolo per Giovanni Di Cicco

Il 51enne calabrese l’ha prima picchiata brutalmente per poi colpirla con un bastone. Infine, l’ha soffocata utilizzando un cavo del telefono. La donna potrebbe essere deceduta dopo una lunga agonia

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CASSANO ALLO IONIO (CS) – La prima sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo di Giovanni Di Cicco 51enne, accusato di essere l’assassinio della moglie Romina Iannicelli, di 44 anni. La vittima fu strangolata nel 2019 con un cavetto della batteria del telefono. Romina Iannicelli era morta per soffocamento dopo le botte ricevute. La quarantaquattrenne, al terzo mese di gravidanza, potrebbe essere pertanto deceduta dopo una lunga agonia.

Il delitto è avvenuto a Cassano allo Ionio, comune in provincia di Cosenza, nella notte tra il 15 ed il 16 aprile del 2019. Gli ermellini hanno respinto il ricorso presentato dai legali del 51enne, confermando di fatto la decisione della Corte d’Assise del Tribunale di Cosenza.

Il delitto

Di Cicco, agli investigatori, rivelò che poco prima dell’omicidio aveva assunto una dose di droga che gli avrebbe fatto perdere qualsiasi forma di autocontrollo. La conferma era arrivata dall’autopsia che eseguita dal dottor Aldo Barbaro. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato, mentre la Procura generale aveva invocato la conferma della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. La vittima dell’assassinio era la sorella di Giuseppe “Beppe” Iannicelli,  nonno del piccolo Cocò Campilongo ucciso insieme al nipotino di appena 4 anni e della sua compagna nel 2014. I resti di quei corpi furono dati alle fiamme in una campagna del comune di Cassano allo Jonio. Le parti civili sono rappresentate nel giudizio di legittimità dall’avvocato Angela Bellusci del foro di Castrovillari.

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