Area Urbana
Cosenza: maltrattamenti già in gravidanza, rigettata richiesta di archiviazione per il marito
Umiliazioni e denigrazioni, isolamento e dipendenza psicologica, sono solo alcuni dei risvolti tipici di un matrimonio, durante il quale la donna ha dovuto fare i conti anche con l’alcolismo del coniuge
COSENZA – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge contro la violenza sulle donne, una stretta che inasprisce le misure e che ha come obiettivo, quello di prevenire e contrastare la violenza contro le donne, attraverso una serie di misure per proteggere le vittime. Si va dall’estensione dei casi di procedibilità d’ufficio,senza cioè bisogno della denuncia, al fermo immediato di stalker e violenti in caso di imminente pericolo per la donna e all’aumento delle pene per chi è già stato ammonito per violenza domestica. E ancora si potenzia l’uso dei braccialetti elettronici (e chi li manomette finisce in carcere), c’è un giro di vite sulla sospensione della pena e si potranno applicare ai violenti le misure di prevenzione previste per i mafiosi. Subito il sostegno economico e la tutela da parte delle forze di polizia per le donne che denunciano e sono in una situazione di rischio concreto. E gli orfani non dovranno aspettare l’esito del processo per l’indennizzo.
Un matrimonio di umiliazioni e minacce
E’ il caso di una 45enne, la quale ha iniziato a subire maltrattamenti dal marito già durante la prima gravidanza. Umiliazioni e denigrazioni, isolamento e dipendenza psicologica, sono solo alcuni dei risvolti tipici di un matrimonio, durante il quale la stessa, ha dovuto fare i conti anche con l’alcolismo del coniuge. Gli anni successivi sono stati costellati da terrore e continue vessazioni che hanno minato la salute psico-fisico della giovane donna, che ha sempre temuto per la propria vita e per quella dei suoi figli. Dopo la formalizzazione della separazione, ora si è giunti al processo penale, frutto di una serie di querele/denunce depositate in Procura.
Tale procedimento ha subito una battuta di arresto iniziale con la proposta di archiviazione del P.M. incaricato delle indagini; tesi questa, non accolta dal GIP che, invece, ha fissato udienza camerale per la comparizione delle parti. Al magistrato, l’avvocato della donna, Serafina Capizzano, ha inviato memoria integrativa con cui si evidenziano nuove circostanze da sottoporre al vaglio dello stesso, che hanno spinto il Giudice a richiedere indagini suppletive.
“Si auspica che si farà quanto necessario per scongiurare il pericolo concreto di altro ed ennesimo femminicidio – dichiara l’avvocato Capizzano, da anni in prima linea per la lotta contro la violenza di genere. – Tuttavia, il cambiamento deve essere ancora più radicale. Si rende ad oggi necessaria la previsione di una normativa assistenziale efficace e in grado di supportare concretamente le vittime, preservando al contempo la loro autonomia e la loro dignità. Ancora più importante è la prevenzione di questo genere di reati; in questo senso il Codice rosso è uno strumento rudimentale se rapportato al lungo cammino che la nostra società deve compiere per educare gli uomini al rispetto della donna e della vita, non solo attraverso la previsione di una pena”.
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