Calabria
Crypto, messaggi in codice e cocaina. Fiumi di droga gestiti dai clan reggini
Gli esponenti di spicco delle cosche Molé-Piromalli di Gioia Tauro e Pesce-Bellocco di Rosarno, a capo dell’organizzazione criminale e specializzati nell’importazione di ingenti quantità di cocaina dal nord Europa e dalla Spagna
CATANZARO – Fiumi di droga da piazzare in varie regioni italiane e all’estero. Un traffico fermato ieri dall’operazione denominata “Crypto” che ha portato all’esecuzione di 57 arresti, 43 in carcere e 14 ai domiciliari. Sequestrati inoltre beni per 3,7 milioni di euro. “L’indagine è di particolare rilievo – ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti insieme agli aggiunti Gaetano Paci e Giuseppe Lombardo – in ragione di quello che è stato accertato e di come è stato accertato”.
“Da alcuni spunti investigativi, che nascevano da una precedente indagine sul narcotraffico, è affiorato un network che vedeva le cosche rosarnesi avere una serie di contatti con fornitori sudamericani stabilitisi nel Nord Europa”.
Per le comunicazioni era utilizzato un codice numerico che è stato difficile decodificare: “Solo grazie all’abilità degli investigatori è stato possibile dare un significato a questi numeri che oggi hanno trovato riscontro in un pizzino, sequestrato, attraverso cui le cifre vengono abbinate alle lettere”. Un’organizzazione molto articolata e “l‘interpretazione di questo codice è stata davvero molto difficoltosa. Si trattava di messaggi che recavano solamente dei numeri senza nessuna indicazione o punteggiatura. Grazie all’abilità degli investigatori è stato possibile dare un significato a questi numeri che peraltro oggi hanno trovato riscontro in un pizzino, sequestrato, riportante il codice attraverso cui i numeri vengono abbinati alle lettere”.
“L’indagine è di particolare rilievo – ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri – in ragione di quello che è stato accertato e di come è stato accertato”. “Dalle porte del Nord Europa – ha aggiunto – lo stupefacente arrivava via gomma nella Piana di Gioia Tauro dove veniva stoccato e da lì distribuito attraverso altri sodalizi criminali in varie parti di Italia, dal Piemonte alla Sicilia, e addirittura con la realizzazione di nuove rotte di spaccio che vedevano come orizzonte anche Malta.
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