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Cani avvelenati a Dipignano, il dolore di Catia. Caso denunciato ai carabinieri

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Cani avvelenati a Dipignano, il dolore di Catia. Caso denunciato ai carabinieri

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Affetto, fedeltà, amore, sono sentimenti che solo loro provano senza pregiudizi o condizionamenti e amare gli animali e preoccuparsi per la loro salute è normale per qualsiasi persona in possesso di una coscienza. Chi ha compiuto questo gesto invece, è ‘pericoloso’ socialmente nonchè ‘disturbato’.

 

DIPIGNANO (CS) – Un caso di crudeltà gratuita e spietata, un’azione mirata ad uccidere dei poveri animali infliggendo loro atroci sofferenze. C’è semplicemente questo, e non è di poco conto, dietro ai casi di avvelenamento di alcuni cani che si sono registrati nei giorni scorsi a Dipignano. E il dolore è soprattutto nelle parole di Catia, che si prendeva cura di una delle cagnoline uccise, e che su Facebook racconta quelle ore drammatiche che solo chi ha rispetto per gli animali può comprendere. “Ti avevo chiamata Goldy per il tuo pelo dorato – scrive – e la foto è di qualche giorno fa, quando ignoravi che colui che stanotte ti stava offrendo il cibo, ti avrebbe condotta alla morte nelle più atroci sofferenze“. Sono le 5.30 del mattino quando suona il campanello di Catia e qualcuno dall’altra parte riferisce: “ti hanno avvelenato i cani”. E non è servito, così come lei scrive, cercare su Internet per tentare di salvarli perchè il veleno è insidioso e bastardo.

Come salvare dei cani da uno psicopatico, mentecatto, deviato che da tempo meditava di farlo?” scrive tra le lacrime una ragazza che, come tante altre persone che semplicemente rispettano la vita senza distinzioni, voleva solo evitare che quella piccola e dolce cagnolina finisse in canile con i suoi cuccioli. Voleva evitarle la detenzione, il carcere per anime innocenti.

Certo è che le responsabilità non sono solo di chi ha avvelenato quei poveri cagnolini, che resta un assassino, anche di chi continua ad ignorare le norme su una corretta campagna di sterilizzazione e ancora, chi ha abbandonato quella cagnolina. A pagarne le spese però sono sempre quei poveri animali che hanno avuto la sfortuna di imbattersi nell’uomo. Anche se chi uccide così un essere vivente, uomo non è.

“Caro “uomo” – scrive Catia – hai dimostrato tutta la tua superiorità, la tua deviata superiorità. L’unico di cui la Terra poteva tranquillamente fare a meno sei tu”. Catia ha presentato formae denuncia alla stazione dei carabinieri di Dipignano il 6 agosto a seguito del terribile ritrovamento delle due cagnoline di piccola taglia, avvelenate, delle quali si occupava dal mese di maggio, verosimilmente abbandonate, che si erano rifugiate in una vecchia abitazione nella frazione Basso di Dipignano. Cagnoline che avevano dato alla luce poi, anche alcuni cuccioli. Grazie alle sue cure e al suo amore verso gli animali, è riuscita a trovare casa a tre dei cinque cuccioli e solo due erano rimasti insieme alla loro mamma. Secondo quanto raccontato nella denuncia una delle due cagnoline, andata in calore in anticipo avrebbe avvicinato altri 4 cani, di cui 3 maremmani. A prendersene cura in tal caso un medico veterinario.

A qualcuno forse, una mente inetta e crudele, quei cani davano ‘fastidio’ e la mattina dello scorso 5 agosto, si è materializzato l’incubo e la sofferenza. “Mi ha contattata un conoscente avvisandomi di aver trovato senza vita uno dei cani del veterinario, un maremmano. Arrivata sul posto ho trovato anche una delle due cagnoline, Goldy, in condizioni disperate. Per fortuna i due cuccioli e l’altra mamma stavano bene. Goldy è stata portata immediatamente in clinica veterinaria – racconta Catia – ma le sue condizioni erano ormai disperate e nonostante le cure mediche, si è deciso di sopprimere la cagnolina, per evitarle ulteriori e terrificanti sofferenze. I sintomi erano chiari, e si è trattato di avvelenamento. La preoccupazione ora è anche legata ad altri due cani che ancora non sarebbero stati ritrovati. Allertati gli amministratori del Comune di Dipignano, allo stato non si hanno sospetti su qualcuno ma va ricordato che chi commette atti di crudeltà, maltratta o uccide un animale, soprattutto se questo non può difendersi, è considerato “soggetto socialmente pericoloso”. E a Dipignano questo ‘soggetto’ è a piede libero.

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