Gusto
I segreti della Finger Cousine svelati dal noto chef Andrea Golino
Docente della Scuola di cucina del Gambero Rosso e della Chef Academy di Terni, Golino si definisce ”appassionato di cibo”
COSENZA – Andrea Golino è uno chef di livello nazionale, specializzato nella Finger Cusine, che vive e lavora a Roma. È anche conosciuto per il suo programma “Golfinger”, in onda su Gambero Rosso Channel, che ormai è arrivato alla sesta stagione ed è dedicato proprio ai Finger Food. È docente della Scuola di cucina del Gambero Rosso e della Chef Academy di Terni. Ho avuto il piacere di fare dei corsi con lui e durante uno di questi corsi lo ho intervistato, mi ha incuriosito molto il suo stile di cucina e la sua passione proprio per la Finger Cousine.
Chef, come mai si è appassionato alla Finger Cousine?
Veramente la domanda starebbe più a monte e potrebbe essere “come mai si è appassionato al cibo”. Parte tutto da lì, un amore sconfinato
per il cibo e la buona cucina. Per questo motivo facendo dei piccoli assaggini riesco a mangiare più pietanze, più piatti. Da qui nasce la mia passione per i Finger Food. In una cena di solito io faccio 15 portate e in ognuna di queste metto un po’ del mio estro sia culinario che artistico.
Ci può parlare un po’ della Finger Cousine e delle sue caratteristiche?
Sicuramente! Il mio stile di cucina parte da una cucina di territorio legata a una tradizione regionale molto forte. Essendo io mezzo napoletano, mezzo romagnolo e mezzo romano, la fusione di queste tre particolari tradizioni culinarie si ritrova in ogni mia creazione. Ne fanno da esempio alcuni piatti che col tempo sono diventati il mio biglietto da visita: il “miniburgher alla amatriciana” e il “baccalà mantecato”. Quando si pensa a un piatto in piccolo, come i Finger Food, non si può prendere un piatto normale e metterlo in un supporto più piccolo, ma bisogna proprio concepirlo in piccolo, così da esaltare il suo gusto, così da creare una piccola scultura con il cibo.

Ho letto che le piace girare l’Italia per scoprire nuovi sapori. Quali prodotti italiani preferisce per le sue ricette?
Diciamo che l’elenco è molto lungo. Ne nomino qualcuno che preferisco: parto dalla burrata; per me questo latticino è come il primo bacio, lo preferisco a tutto. Gli olii extravergini tipici di ogni regione e il conciato romano campano; e non è un caso che su tre prodotti elencati due siano formaggi, che in generale mi appassionano molto.
E’ mai stato in Calabria?
Sì! Posso dire che di questa regione amo molto la ‘nduja. Infatti uno dei miei piatti è proprio il “maritozzo salato alla ‘nduja di Spilinga”.
Ho letto sul suo sito una bella frase che mi ha colpito molto: saper cucinare è un dono! Me la può spiegare meglio?
Credo che questa frase sia interpretabile da ognuno in maniera diversa. Secondo me cucinare è avere la capacità di conoscere se stessi e mettere questa conoscenza in una propria creazione e in un piatto.
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