Il liceo di Cosenza con i bagni senza porte e gli studenti ‘ricattati’ (FOTO)

Segnalate le condizioni in cui attualmente versa il liceo Lucrezia Della Valle di Cosenza oggetto di proteste nelle scorse settimane.

COSENZA – “Il liceo Lucrezia Della Valle, ormai – scrive un utente che intende rimanere anonimo – ha fatto la sua storia e non riesce a trovare una soluzione ai vari problemi strutturali dell’istituto. Un’istituzione pubblica in cui agli studenti, come spesso viene denunciato, pare venga insegnata l’omertà al posto della libertà di pensiero. Come se non bastasse all’interno della scuola succedono gravi episodi che ho ritenuto opportuno sintetizzare in un vero e proprio elenco delle ‘vergogne’:
1) Prove parallele che dovrebbero incidere solo il 10% ma alla fine incidono più del dovuto facendo poi trovare il 6 o il 7 in condotta.
2) Dimissioni di validi rappresentanti d’istituto poiché minacciati di querele e di perdita dell’anno scolastico.
3) Privazioni di spazi addetti per attività motorie e ricreative per punizioni collettive d’istituto.
4) Posto auto con annesse strisce per le auto della segreteria, vicepresidenza e presidenza.
5) Fermo ad attività extrascolastiche per punire gli alunni che manifestano il proprio dissenso alle varie ingiustizie subite.
6) Mistificare interventi di primo soccorso per le illecita che sono avvenute dentro esso.
7) Sospensioni per aver pubblicato su un gruppo chiuso parole di scherzo e di ilarità per non far pesare o ammorbidire situazioni di conflitto tra studenti e altri organici scolastici.

8) Pressioni psicologiche da parte di docenti, vicepreside e preside.
9) Assemblea in aula magna, dove un dirigente scolastico ribadisce la sua autorità, denigrando le figure dei rappresentanti d’istituto e ammette in pubblico che le denunce le ritira esclusivamente se gli stessi, chiedano le scuse in maniera pubblica.
10) Contributi “volontari” che servirebbero a far migliorare l’Istituto, ma, purtroppo sembra che con i 70/100 euro, che i ragazzi vengano minacciati di versare queste migliorie non vengano fate”.

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