Studente contro l’Unical: non mi fanno laureare, sono vittima di mobbing

ARCAVACATA – Mobbizzato dal sistema universitario. E’ questo il forte atto d’accusa che un universitario, ormai alla fine del suo percorso di studi, rivolge, con veemenza, contro l’Unical. Lo studente, stanco di asssitere impotente ad una situazione di immobilismo, che – per sua stessa ammissione – gli impedisce di proseguire gli studi, di raggiungere il suo obiettivo finale, e, soprattuto, non gli consente di trovare docenti con cui fare la sua tesi, ha deciso di “vomitare” rabbia e indignazione contro l’ateneo di Arcavacata, attraverso una lettera. La sua missiva, carica come detto, di risentimento, inzia così. “Il mio nome è Bruno Martino e sto terminando la laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università della Calabria, in Italia. All’inizio del 2012, quando ancora non avevo terminato tutti gli esami, contattai diversi docenti del nostro Dipartimento per poter svolgere la tesi e completare il mio percorso di studio. Dopo molti mesi, non fui capace di trovare nessun professore libero per scrivere la tesi. Manifestarono tutti un’attitudine negativa e superficiale contro di me. Mi dissero che erano già pieni di tesisti, e non potevano permettersi di accogliere nuovi studenti”. Inizia cosi la lettera di un laureando cosentino all’Università della Calabria. Una lettera in cui denuncia una vicenda paradossale: non ci sono docenti disponibili a seguire la sua tesi di laurea ritardando, con grave pregiudizio economico (vedi tasse) e sociale per lo studente. Un caso non isolato da quanto lamenta lo stesso Martino che paventa una “speculazione” per costringere gli studenti a ritardare l’uscita da questa sorta di parcheggio, che significa continuare a pagare le tasse che sono lievitate in maniera insostenibile e alleggerire formalmente il tasso di disoccupazione . “Nella fine del 2012, terminai tutti gli esami – continua la lettera – e non fui capace di trovare nessuno per svolgere il mio lavoro di tesi. Contattai il direttore del Dipartimento per esporre la mia oscura situazione. Egli mi disse che dovevo preparare un particolare documento chiamato tesi di ufficio, che sarebbe stato in seguito approvato dal consiglio del Dipartimento, con lo scopo di assegnarmi un docente per la tesi. Mi dissero che in questa richiesta, avrei dovuto elencare tutte le materie nelle quali ottenni i voti migliori, e che la tesi stessa mi sarebbe stata assegnata in una di queste discipline da me elencate. Dopo molte pressioni, e contrasti da parte del Dipartimento nei miei confronti, mi assegnarono la tesi in una materia nella quale invece ottenni voti molto bassi, e nella quale ero consapevole di avere una preparazione mediocre. Mi dissero che era l’unica possibilità, e indirettamente mi costrinsero ad accettare, altrimenti non avrei potuto scrivere la tesi con nessun altro”. Nei mesi successivi Martino ha cercato di scrivere la tesi, ma non è riuscito. Ha cominciato a soffrire di ansia e di vari disturbi provocati da questa situazione che lui definisce “mobbing occulto”. E’ stato costretto a rivolgersi ad uno specialista con notevole esborso di denaro. Fallito anche il tentativo nel 2013 di risolvere il problema con il Direttore del Dipartimento che si è limitato a consigliargli di riprovare personalmente con i docenti delle materie in cui era più preparato. Nulla di più. “Se non esiste una soluzione al mio caso, tenterò di contattare un buon avvocato per denunciare il Dipartimento, e per avere almeno, un rimborso totale delle tasse universitarie per l’anno perso a causa loro. Se la situazione non cambia, scoppierà la più grande bolla speculativa della Storia Italiana: la bolla speculativa dell’Università. Questo non è solo un problema di superficialità dello staff e d’imbarazzanti livelli di disorganizzazione, esiste il serio rischio di una totale bancarotta dell’intero sistema educativo italiano. L’Italia sta vivendo un “deliberato imbecillimento della gioventù”, e oramai una laurea – conclude amaramente lo studente universitario – non è altro che un inutile pezzo di carta”.

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