Area Urbana
Nuovo ospedale, La Base «classe politica cosentina è incapace di fare gli interessi della città»
Il Comitato La Base di Cosenza critica la scelta di spostare i fondi del nuovo ospedale ad Arcavacata, denunciando una visione politica miope che confonde la costruzione di nuove strutture con la soluzione della crisi sanitaria. «Servono più medici e un vero piano per il servizio sanitario, non un’altra operazione di speculazione edilizia»
COSENZA – Il Comitato La Base di Cosenza interviene sulla polemica sorta attorno al nuovo ospedale “da destra a sinistra, la maggioranza della classe politica è oggi compatta nel sostenere che spostare i fondi per la costruzione del nuovo ospedale di Cosenza ad Arcavacata risolverà la crisi sanitaria del nostro territorio. Ma ridurre il tema del diritto alla salute alla costruzione di una nuova infrastruttura è un errore. Andiamo per punti”.
La Base “più personale sanitario”
“Il primo punto è che non abbiamo esclusivamente bisogno di una struttura ospedaliera più grande, ma di più personale sanitario. Le ambulanze in attesa fuori dal pronto soccorso e i pazienti sulle barelle nei corridoi sono il risultato di un numero insufficiente di medici e personale, non della mancanza di posti letto. A dircelo è proprio la Relazione delle Performance 2023 redatta dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza: la maggior parte dei reparti non ha raggiunto il 100% di occupazione dei posti letto. Senza contare che molte aree dell’Annunziata sono state completamente rinnovate pochi anni fa”.
“C’è poi la questione degli ospedali territoriali, che se funzionassero davvero alleggerirebbero Cosenza dai ricoveri a bassa complessità. Ma molte strutture sono state chiuse proprio da chi oggi promuove il nuovo ospedale. La popolazione nella nostra provincia è diffusa, non concentrata in un solo centro urbano.
“Policlinico e Ospedale Hub non sono la stessa cosa”
“Un altro elemento, usato come motivo cardine per lo spostamento dei fondi verso l’area nord – spiega il comitato La Base – è l’apertura del dipartimento di Medicina all’Unical. È una grande opportunità, proprio per questo andrebbe valorizzata costruendo lì un vero policlinico universitario e potenziando al contempo l’Annunziata. Policlinico e Ospedale Hub non sono la stessa cosa e assolvono a funzioni diverse e complementari.
Assistiamo invece a una dinamica chiara, articolata in tre questioni centrali. La prima riguarda lo spostamento dei fondi destinati al nuovo Ospedale di Cosenza verso il Policlinico: una scelta che nasce da un accordo tra Roberto Occhiuto, il Rettore Leone e Sandro Principe. Un patto che rivela la volontà di investire in un’area dove c’è ancora molto margine di speculazione edilizia, tra affitti, costruzioni e grande distribuzione. Si spartiscono il bottino sulle nostre spalle”.
“La classe politica si lascia sottrarre 249 milioni”
“La seconda questione è la debolezza di una classe politica cosentina incapace di proporre un vero progetto di sviluppo urbano che valorizzi anche la parte sud della città, a partire dai casuali e dal centro storico. È una classe dirigente che si lascia sottrarre 349 milioni di euro con cui si sarebbe potuto potenziare l’ospedale esistente, migliorandolo con nuovo personale e attrezzature. Amministratori e amministratrici senza visione e peso politico, incapaci di fare gli interessi della città”.
“Infine, la rapidità con cui vengono convocati i consigli comunali e deliberate le decisioni, come dimostra l’accelerazione di Comune di Rende e Regione, mostra la volontà di chiudere ogni discussione senza un reale confronto con il territorio.Non è una questione di campanilismo, come vogliono farci credere. Non è nemmeno un “no” pregiudiziale. È che questo progetto, cambiato più volte e ogni volta con motivazioni diverse, appare più come un piano di speculazione che una risposta concreta a una crisi sanitaria ormai insostenibile. A noi – conclude La Base – serve un piano di sviluppo del servizio sanitario regionale fatto con buon senso per il bene della cittadinanza. Perché già sappiamo che, mentre passeranno anni o decenni per costruire un nuovo ospedale che non sapranno come riempire, continueremo ad aspettare mesi per una visita urgente, continueremo a emigrare per curarci e continueremo a morire in attesa di un’ambulanza”.
Social