RENDE – Lavora, ma lo stipendio non arriva. Con una bottiglia di liquido infiammabile un dipendente della Vallecrati si è recato di fronte agli uffici amministrativi minacciando di darsi fuoco.
L’uomo chiede che gli vengano retribuite le mensilità arretrate che pare l’azienda di smaltimento rifiuti cosentina non gli abbia corrisposto. Il gesto dettato dalla disperazione è lo specchio del termometro sociale calabrese che, soprattutto sul fronte occupazionale, registra oggi una situazione sempre più febbricitante. Sul posto sono tempestivamente intervenute le forze dell’ordine riuscendo a far desistere l’uomo dal compimento dell’insano gesto. Carabinieri e polizia di Stato hanno così scongiurato la tragedia. Rimane la drammaticità dell’emergenza lavoro che la Regione sta subendo con devastanti conseguenze per l’intera comunità. Intanto sono state temporaneamente sospese le mobilitazioni per il mancato pagamento degli ammortizzatori sociali dopo una riunione che i sindacati hanno tenuto ieri con l’assessore regionale al lavoro. Alla fine dell’incontro pare infatti sia stato stipulato un accordo che a detta dei rappresentanti dei lavoratori: “ha sottoposto all’approvazione della Giunta Regionale la delibera di ratifica dell’accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga sottoscritto il 10 aprile, che renderà fruibili i 41 milioni di euro ad oggi assegnati alla Calabria nella Legge di stabilità 2013, consentendo lo sblocco dell’erogazione dei sussidi ai lavoratori del bacino”. Il gesto dell’operaio della Vallecrati ed il clima di tensione creato dalla mancanza di prospettive occupazionali ricordano la Tunisia pre-rivoluzionaria. Dall’ambulante che si diede fuoco in piazza a Tunisi scattarono infatti le rivolte che portarono alle dimissioni coatte del Governo guidato dalle corruttele di Ben Alì e a quella che oggi a distanza di due anni viene definita la ‘Primavera Araba’. In Calabria è ancora pieno inverno, ma siamo comunque al centro del Mediterraneo… Si annuncia un’estate rovente.