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L’adozione speciale di Luca: il papà di Alba, la bimba down che nessuno voleva (AUDIO)
La piccola Alba è una bambina speciale perchè… ha un cromosoma in più. La sindrome di down per il suo papà adottivo, Luca Trapanese, non è stata un ostacolo anzi… la sua è stata una scelta consapevole e d’amore che ha voluto raccontare ai microfoni di RLB
COSENZA – Alba è una bimba allegra, ha i capelli biondi, gli occhi blu ed è vivace e “tosta”. Luca Trapanese presenta così sua figlia, che ha accolto nella sua vita dopo che la piccola era stata rifiutata da tante famiglie, perché affetta dalla sindrome di down. Abbandonata in ospedale appena nata, Alba ha trovato un papà adottivo straordinario. Luca è un single di 40 anni, gay, credente, che opera da anni nel mondo della disabilità. Quando per la prima volta ha avuto Alba tra le braccia si è sentito padre. Ha voluto raccontare anche la sua storia in un libro, “Nata per te”, scritto a quattro mani da lui e da un altro papà, Luca Mercandante.
Luca Trapanese è napoletano, cattolico e cresciuto in una famiglia cosiddetta “tradizionale”. Nella sua intervista ai microfoni di Rlb ci tiene a ribadire però che la sua, non è la storia di un eroe e il suo obiettivo non è quello di diventare una bandiera, ma solo quello parlare di disabilità nel modo giusto, raccontare il suo desiderio di diventare genitore e il suo amore per Alba.
ASCOLTA L’INTERVISTA
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Come è stato il tuo percorso per arrivare all’adozione?
“Ci tengo tantissimo a sottolineare che avevo un grande desiderio di diventare padre, forse era il mio orologio biologico ma allo stesso tempo anche una consapevolezza rispetto alla problematica che il Tribunale dei minori, ha nel collocare bambini con bisogni speciali come quelli che ha Alba. Perciò ho fatto una richiesta completamente aperta, senza lasciare nessun limite al Tribunale nell’affidarmi un bambino con disabilità, con una malattia grave o un problema sociale. Non mi sento un eroe ma mi sento un padre“.
Per i single adottare un bambino non è semplice, anzi quasi impossibile. Vige infatti una legge che consente loro di adottare bimbi disabili, riservando i “sani” alle famiglie tradizionali. Pensate, proprio trenta di quelle famiglie “tradizionali” prima di lui, avevano rifiutato la piccola Alba per via di quel cromosoma in più che la rende down. Lui invece, grazie ad un apposito registro al Tribunale di Napoli dedicato ai single che hanno possibilità di accedere solo ed esclusivamente ad una serie di minori (con problemi legati alla disabilità, affetti da patologie gravi o grandi d’età perciò non facilmente collocabili), è riuscito a stringere tra le braccia la piccola Alba.
“Fondamentalmente – spiega Luca – la legge prevede che un single non può fare richiesta di adozione come le coppie tradizionali ma può essere considerato per affidi che possono essere temporanei o possono concludersi con un’adozione speciale, come nel caso mio e di Alba. Questo perché dopo 30 giorni dalla nascita, la bimba è stata lasciata in ospedale dai genitori perchè down e non è riuscita ad essere collocata all’interno di coppie tradizionali, idonee per l’adozione. Io avevo fatto una richiesta aperta. Quando sono andato in ospedale a prenderla aveva 1 mese ed è iniziato questo percorso prima di affido che si è poi trasformare in adozione perché non c’era nessun altro. Dopo 18 mesi si era creata l’affettività. Alba riconosceva in me suo padre, un punto di riferimento, ed ho così potuto chiedere l’adozione speciale (art. 44)”.
Cosa provi per la madre?
“La madre di Alba per me è un eroe, perchè poteva fare qualcosa di terribile e invece ha deciso di lasciarla in ospedale, un posto protetto. Alba è stata accudita e curata nei primi giorni di vita, perciò le ha dato una possibilità di vivere. E non mi sento neanche di giudicare le coppie che hanno detto di no, perchè dobbiamo fare una valutazione molto importante: già una coppia che si appresta a dover andare in tribunale per l’adozione è una coppia di per sè “disabile”, perché deve accettare di non poter avere figli. Poi, deve affrontare un percorso lunghissimo, durissimo e severo, a tu per tu con servizi sociali, valutazioni e tribunali. E ancora bisogna aspettare del tempo perchè non è che il tribunale fa una valutazione in mezz’ora. Se poi aggiungiamo che non hanno richiesto un bimbo disabile e gli viene prospettato un neonato down… credo che il loro “no” sia stato pesantissimo, perchè hanno dovuto dire “no” ad un neonato di trenta giorni che tutte le coppie vorrebbero. Ed è un “no” dettato anche dalla paura, dall’impreparazione, dalla solitudine che molto spesso, chi ha un figlio disabile, si trova a vivere nella società”.
Hai paura di affrontare tutto questo?
“Non ho paura perchè fortificato dal fatto che lavoro nella disabilità da 12 anni, conosco bene il problema e so come affrontarlo. Però ho tanta paura per Alba quando crescerà, mi chiedo se sarà accettata nella classe, nella scuola, se troverà degli amichetti che non la vedranno handicappata ma vedranno in lei una risorsa “diversa”. Ma quello non dipende da me, ma dagli altri, dalla società. Bisogna iniziare a lavorare quando i bambini sono piccoli, cercando di far capire loro che la disabilità è una potenzialità, non è una marcia in meno”.
Alba che bambina è?
“Oggi ha 18 mesi, è una bambina allegra, vivace, solare, tosta, già si vede il suo carattere perchè deve comandare lei su determinate cose. Per me è una bambina normale e quasi dimentico della sua disabilità perchè i bimbi down, se spronati da subito, se fanno logopedia e psicomotricità dai primi mesi di vita, possono condurre una vita del tutto normale e ottenere grandi risultati”.
“Io Alba non la voglio guarire: lei è down e lo sarà per tutta la vita e deve vivere con questa sua forma di disabilità ma mi auguro che possa avere una vita tendenzialmente normale e soprattutto felice”.
Il libro “Nata per te” è scritto insieme a Luca Mercadante, una persona completamente diversa da te…
“Il libro racconta molte esperienze della mia vita e come sono arrivato alla scelta consapevole di avere un figlio disabile. Ho scelto di scriverlo con Luca Mercadante perché cercavo uno scrittore vero, che non mi facesse una sviolinata rispetto alla mia scelta, ma che mi mettesse di fronte ad una serie di interrogativi perchè Luca è molto diverso da me. Lui è ateo, è a favore dell’aborto, non avrebbe mai voluto un figlio disabile e per lui la paternità non si può esprimere con un figlio disabile perchè lui non diventerà mai migliore di te, o almeno quanto te. Mentre io sono credente, sono omosessuale e ho scelto un figlio disabile. Questo libro mi ha dato la possibilità di essere vero, di incontrarmi e scontrarmi con Luca, e di parlare di paternità. Sarebbe stato troppo facile”.
Ad Alba e al suo papà auguriamo una vita fatta di sorrisi, consapevoli che ci saranno giorni difficili e giorni memorabili… giorni che però li vedranno vivere e crescere insieme!
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