Provincia
Il gruppo criminale Calabria-Tundis: tra pizzo, usura, danneggiamenti e droga
COSENA – Un controllo del territorio capillare e asfissiante che si estendeva tra Paola, San Lucido, Fiumefreddo bruzio, Longobardi e Belmonte. Ieri il blitz dei carabinieri che hanno notificato 37 misure cautelari, emesse su richiesta della Dda di Catanzaro, nella zona tra Paola e San Lucido, consentendo di smantellare un gruppo criminale pericoloso e ‘inquietante’.
Dalle estorsioni al traffico di droga, dall’usura ai danneggiamenti. Nessuno era escluso dal ‘pizzo’, soprattutto i titolari di aziende e ditte impegnate in opere pubbliche. Tra queste, una scuola a Longobardi, un’azienda incaricata dei lavori ad un ripetitore per telecomunicazioni a San Lucido, ma c’erano anche pescatori, titolari di bar e di agenzie di pompe funebri. Persino un’impresa per la manutenzione della tratta ferroviaria a Belmonte. Se non venivano soddisfatte le richieste, scattavano le ritorsioni e i danneggiamenti.
La cosca secondo gli investigatori era guidata da Pietro Calabria, 36 anni e dal 38enne Andrea Tundis. Con i soldi dell’usura si acquistava la droga e il clan riforniva il territorio paolano grazie all’approvvigionamento da Cosenza e dalla piana di Gioia Tauro. Secondo alcuni collaboratori di giustizia cosentini, Francesco Patitucci e Roberto Porcaro avrebbero puntato molto sul loro giro capace di condizionare l’economia locale.
Le auto del clan da due concessionarie
Le indagini dei carabinieri hanno fatto luce anche su un altro aspetto legato alle autovetture, intestate formalmente a due concessionarie ma di fatto nella disponibilità della cosca operante sul basso tirreno, probabilmente per evitare di essere colpiti da eventuali misure di prevenzione patrimoniale.
Per due titolari di concessionarie, una a Rende e l’altra a Marano Principato è stato emesso il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un anno. Ai carabinieri non è sfuggita la grande disponibilità di autovetture, utilizzate da alcuni degli indagati e risultate intestate a terze persone.
Buona parte dei proventi del clan ottenuti attraverso l’esercizio abusivo del credito, venivano reinvestiti per acquistare la droga. Secondo il pentito Foggetti il gruppo Tundis-Calabria controllava lo spaccio di marijuana, hashish e cocaina a San Lucido, Torremezzo e Fiumefreddo Bruzio. Staffette da Cosenza alla costa, con auto pulite per rifornire il territorio, sia d’estate che d’inverno.
L’ex assessore di Paola
Anche il consigliere di maggioranza ed ex assessore paolano, Alessio Samà, è finito nelle maglie dell’inchiesta in quanto, avrebbe indotto in errore la Polizia municipale in ordine all’effettiva residenza di Fabio Calabria, di San Lucido, per l’avvio dell’iter per ottenere il reddito di cittadinanza. Dalle indagini «appare evidente – riporta l’ordinanza – che Calabria volesse uscire dallo stato di famiglia dei genitori per poter accedere indebitamente al beneficio del reddito di cittadinanza».
Nello specifico secondo gli inquirenti «assumono un valore indiziante gli accordi tra i due indagati che attestano la programmazione della data e dell’orario in cui si attesta quando si sarebbe dovuto compiere la verifica della effettiva residenza in modo tale che Calabria fosse presente presso l’abitazione in quel momento. Cosa che di fatto è avvenuta».

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