Area Urbana
Ginecologia a Cosenza, l’appello del collettivo Fem.In. «assumete personale»
COSENZA – “Tra le gravissime criticità che minacciano le nostre vite e i nostri corpi, non c’è soltanto la negazione del diritto all’aborto e la violenza ostetrica conseguenziale – soprattutto ma non solo – alla mancanza di anestesisti. La principale emergenza era, ed è tutt’ora, la materiale mancanza di personale”. A denunciarlo è il collettivo Fem.In. Cosentine in lotta: “Come può uno dei reparti con maggiore utenza in Calabria continuare ad andare avanti rispettando pazienti, lavoratori e lavoratrici e offrendo un servizio di qualità con solo undici dirigenti medici?”.
“Lo abbiamo domandato tanto al primario del reparto di Ginecologia, che si batte per ampliare gli spazi dello stesso ma non per avere più personale, che alla dirigente amministrativa dell’Azienda Oospedaliera, ed anche al commissario straordinario dell’Annunziata, De Salazar”.
“In questi giorni le vicende legali sul reparto di Ginecologia e Ostetricia ritornano alla ribalta della cronaca locale a causa di un’infinita querelle giudiziaria legata ad un ricorso. Eppure, proprio a Cosenza, al netto delle procedure concorsuali gravemente bloccate, il problema è atavico. Da oltre un anno un reparto con un bacino d’utenza di circa 90 comuni, sta in piedi con solo 11 ginecologi/ginecologhe. Undici dirigenti che senza il piano di rientro sarebbero stati ventisette e, da piano di rientro, non avrebbero mai dovuto essere inferiori alle quindici unità“.
“In questa situazione – prosegue il collettivo Fem.In. – non solo il Commissario alla Sanità e il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria non battono ciglio, anche gli stessi e le stesse dirigenti dell’AO si sentono in diritto di non trovare una soluzione perché tanto un concorso è stato già espletato. Il risultato, come sempre, ricade su di noi. Da oltre un anno il nostro diritto alla salute è ulteriormente minacciato, molto più di prima. Li chiamano “tempi della giustizia”, noi abbiamo un nome più appropriato: sistematica negazione dei diritti”.
“Se questa è la situazione a Cosenza, ci teniamo a non dimenticare quella su Corigliano-Rossano, dove il personale medico ormai da mesi si è ridotto a quattro unità rispetto alle otto minime, e la paradossale strategia per garantire il servizio è stata quella di inviare personale da Cosenza; personale che non c’è. De Salazar, Occhiuto, Stanganelli e Fantozzi diano risposte”.
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