Calabria
Giallo sul movente dell’omicidio della dottoressa. Fiaccolata a Seminara per Francesca Romeo
SEMINARA (RC) – Sono state centinaia le persone hanno partecipato ieri sera ad una fiaccolata organizzata organizzata per ricordare Francesca Romeo, la dottoressa 67enne di guardia medica uccisa sabato mattina in un agguato a Santa Cristina d’Aspromonte mentre rientrava a casa in auto insieme al marito dopo avere concluso il suo turno di lavoro. In testa alla processione silenziosa nella frazione Sant’Anna di Seminara, il sindaco, Giovanni Piccolo, ed il parroco, don Mimmo Caruso, del centro del reggino. Un lungo corteo, al quale hanno preso parte anche tanti giovani, che si è concluso in chiesa con una preghiera comune. Molte le testimonianze di cordoglio in memoria della vittima. “Era una donna ed un medico – ha detto un conoscente della vittima – dotata di grande sensibilità che accoglieva tutti”.
Intanto non ci sono elementi ancora, circa il movente del delitto della dottoressa. Per fare il punto sulle indagini c’è ieri oggi un vertice a Palmi, in Procura, tra i magistrati che stanno coordinando le indagini, il procuratore della Repubblica, Emanuele Crescenti, l’aggiunto Santo Melidona ed il sostituto Elio Romano, e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova. E’ stata anche effettuata l’autopsia sul corpo della vittima.
Investigatori ed inquirenti riferiscono di non avere certezze, al momento, sui motivi dell’omicidio. Un elemento certo, comunque, almeno per il momento, è che l’obiettivo dell’agguato fosse proprio lei anche perché dai rilievi balistici effettuati e dalla direzione dei colpi che sono stati sparati non ci sarebbero dubbi sul fatto che l’intenzione dell’assassino, o degli assassini, fosse proprio quella di uccidere la professionista e non il marito. Con l’aggiunta, si fa osservare ancora negli ambienti investigativi, che difficilmente chi si è assunto di eseguire un omicidio così “importante” può sbagliare il proprio obiettivo.
Un’ipotesi che continua ad essere presa in considerazione, anche se mancano elementi oggettivi di riscontro, è che la dottoressa possa essere rimasta vittima di una vendetta per motivi legati alla sua attività professionale. Il rifiuto ad accogliere una richiesta che le sarebbe stata rivolta da ambienti della criminalità. Un’ipotesi, però, in merito alla quale il marito, secondo quanto si è appreso, non ha fornito alcuna conferma. Nei prossimi giorni saranno sentiti familiari e conoscenti della vittima e del marito nel tentativo di acquisire ulteriori elementi utili per le indagini.
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