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Domani sera al Teatro Rendano di Cosenza, il V capitolo di Amore Sbarrato “Nessuno Escluso”

Domani sera al Teatro Rendano di Cosenza, il V capitolo di Amore Sbarrato “Nessuno Escluso”

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COSENZA  – Liberamente ispirato a “I Demoni” di F.M. Dostoevskij, il quinto capitolo di Amore Sbarrato, “Nessuno escluso”, che andrà in scena domani sera al Teatro A. Rendano alle ore 18:00, trae spunto dalla visione della drammatica e sconcertante attualità del celebre romanzo di un gigante della letteratura per mettere a nudo, lasciando parlare il demone che è in ognuno di noi, la fragilità dell’uomo e la sua inquieta consapevolezza di essere ”doppio” e di incarnare l’eterno contrasto fra luce ed ombra, ragione ed istinto, bene e male. Un progetto teatrale avviato nel 2015 dall’attore e regista teatrale cosentino Adolfo Adamo.

“L’evocazione, tanto dei demoni ”russi” del passato quanto dei demoni del presente, – spiega l’attore e regista cosentino – rende possibile una contrapposizione da cui emerge la sostanziale differenza fra gli uni e gli altri.  I demoni di Dostoevskij, nonostante le nefandezze compiute, sono letteralmente surclassati dai demoni moderni, rispetto ai quali conservano la capacità di provare quel pudore e quella vergogna che, ad oggi, sembrano  un ricordo lontano.

Il peso della schiacciante superiorità del male dei nostri tempi è raccontato dall’incedere dei personaggi, dal riferimento alle violenze della nostra società e ad  una crisi dei valori morali sempre più accentuata ed esacerbata dall’ingerenza dell’Intelligenza Artificiale, capace di manipolare – attraverso i suoi algoritmi – la coscienza umana. A dominare la scena – prosegue ancora Adolfo Adamo -è la rappresentazione del male eticamente inteso e dell’umanità intera, non la discriminante distinzione tra buoni e cattivi.

In quanto umana, ogni creatura può inciampare nell’oscurità della propria coscienza e rivelare la propria fallibilità. I demoni abitano in tutti noi, “nessuno escluso”:  è significativo che a  ricordarcelo – conclude Adamo  – siano proprio gli ospiti della casa circondariale, alle cui voci vibranti di sofferta consapevolezza spetta il compito di  veicolare questa verità.

Nell’ottica di un Teatro che fa dell’inclusione il suo centro, allo spettacolo partecipano un avvocato e una psicologa (che si cimentano, per la prima volta, in una prova attoriale) ed anche un attore professionista, collega ed amico, che molto carinamente si è prestato a questo nuovo esperimento”.

 

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