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Corruzione, condannati in appello Manna e Petrini. L’ex sindaco: «Indagine fatta da depistaggi e inquinamenti»

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Corruzione, condannati in appello Manna e Petrini. L’ex sindaco: «Indagine fatta da depistaggi e inquinamenti»

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RENDE (CS) – La Corte d’Appello di Salerno ha condannato l’ex sindaco di Rende, Marcello Manna, e l’ex magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione per corruzione in atti giudiziari. La sentenza riguarda il procedimento di secondo grado legato al boss Francesco Patitucci, condannato in primo grado a 30 anni per l’omicidio di Luca Bruni.

I giudici di secondo grado hanno lievemente ridotto la pena rispetto al primo grado – che aveva inflitto 2 anni e 8 mesi – ma hanno confermato la misura accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione dai rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione per entrambi gli imputati.

Manna: “Indagine fatta da depistaggi e inquinamenti”

“Ero in attesa del deposito della motivazione della sentenza emessa poco tempo fa per capire le ragioni di una condanna senza un fatto specifico. Il capo di imputazione infatti è stato modificato e non riguarda più un fatto specifico (processo Patitucci, vicenda Ioele o Vitale), ma una corruzione per l’esercizio delle funzioni. I tre fatti contestati risultano smentiti dalle acquisizioni probatorie, dalle intercettazioni, e dai provvedimenti emessi. E allora: su cosa si basa la condanna? É necessario dunque conoscere la motivazione prima di fare qualsiasi considerazione”. A scriverlo è l’avvocato ed ex sindaco di Rende Marcello Manna.

“Ma i soliti inquinatori inviano tardivamente informazioni fuorvianti alla stampa. Non è un fatto nuovo. L’indagine è tutta caratterizzata da depistaggi e inquinamenti.
Spero di poter pubblicare tutti gli atti per far comprendere cosa si è fatto durante le indagini e da chi. Oggi posso solo ribadire la mia totale estraneità rispetto ai fatti per i quali sono stato processato, fatti specifici e attività ben descritti. Tutto ciò oggi sparisce per lasciare posto ad una contestazione generica. Una pagina buia, un errore giudiziario che presto spero verrà corretto, nell’attesa che chi deve dire la verità lo faccia”.

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