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Concorsi per docenti con “disparità di trattamento”, avviato un ricorso collettivo al TAR

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Concorsi per docenti con “disparità di trattamento”, avviato un ricorso collettivo al TAR

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COSENZA – Nel contesto dei concorsi pubblici italiani, la recente revisione delle modalità di accesso alla prova orale del concorso per insegnanti, stabilita nell’ambito del progetto PNRR 2, ha suscitato serie preoccupazioni riguardo alla disparità di trattamento che interessa diversi candidati, in particolare i docenti precari, alcuni dei quali con una lunga esperienza. Questa nuova procedura di selezione, che stabilisce un punteggio minimo per superare la prova scritta ed essere ammessi alla fase orale, ha creato un sistema di selezione più rigido e discriminatorio, escludendo molti insegnanti che, purtroppo, non hanno raggiunto i punteggi richiesti per proseguire nel concorso.

La differenza tra ieri e oggi, con il progetto “PNRR 2”

Diversamente dalle edizioni precedenti e dal concorso PNRR 1, in cui la prova scritta dava accesso automatico alla fase orale, la nuova versione del concorso PNRR 2 ha introdotto criteri più restrittivi. Infatti, l’ammissione alla prova orale è ora riservata solo a coloro che ottengono punteggi elevati nella prova scritta. Inoltre, il numero di partecipanti ammessi alla fase successiva è limitato a un massimo di tre volte il numero dei posti disponibili per ciascuna disciplina e per ogni regione, creando una selezione particolarmente severa che ha escluso molti candidati, pur dotati di esperienza e competenze, che non hanno ottenuto il punteggio richiesto.

Non si tiene conto dell’esperienza sul campo

Questa nuova modalità di selezione ha provocato una palese disuguaglianza, con un impatto negativo in particolare sui docenti precari. Molti di loro, nonostante abbiano accumulato anni di servizio, sono stati esclusi dalla fase successiva del concorso. La riforma, infatti, privilegia i candidati con punteggi più alti, senza tenere conto del valore dell’esperienza sul campo di chi, pur avendo una lunga carriera nel settore, non ha avuto la possibilità di eccellere nella prova scritta.

La “battaglia” dell’avvocato Danilo Granata

È quanto rende noto lo studio legale Granata con sede a Cosenza (ed una lunga esperienza proprio nella difesa dei diritti dei docenti e nei concorsi pubblici), decidendo di intervenire per tutelare i candidati penalizzati da questa che loro definiscono “ingiustizia”. In particolare, l’avvocato Danilo Granata, esperto in diritto amministrativo e concorsuale, ha evidenziato la necessità di garantire equità e giustizia nelle selezioni pubbliche, soprattutto per quei docenti precari che hanno dedicato anni al loro lavoro e ora si trovano esclusi da una procedura che non rispetta i principi di valutazione adeguati.

“Il cambiamento nei criteri di accesso alla prova orale – ha dichiarato l’avvocato Granata – rischia di instaurare un sistema profondamente ingiusto e discriminatorio, che non solo penalizza i docenti precari, ma può minare la fiducia dei candidati nei concorsi pubblici. È essenziale che ogni partecipante venga trattato con equità, indipendentemente dal punteggio ottenuto nella prova scritta”.

Il ricorso collettivo al TAR

Per affrontare questa situazione, lo stesso studio legale Granata, insieme al collega avvocato Alessandro Rosti, ha avviato una raccolta di adesioni per un ricorso collettivo presso il TAR, con l’obiettivo di chiedere l’ammissione dei candidati esclusi alle fasi successive e di proteggere i diritti di tutti i docenti coinvolti. Il ricorso mira a rivedere i criteri di selezione e ad introdurre misure correttive, affinché il concorso rispetti davvero i principi di equità e che tutti i candidati possano partecipare senza discriminazioni ingiustificate.

Il ricorso collettivo al TAR è aperto a tutti i docenti che ritengono di essere stati vittime di tale disparità. Lo studio legale Granata ha avviato una campagna di adesioni che permetterà ai docenti esclusi di partecipare attivamente al ricorso, contribuendo così alla difesa dei loro diritti. L’avvocato Danilo Granata ha precisato che il ricorso non si limiterà alla richiesta di ammissione alle fasi successive del concorso, ma anche alla revisione dei criteri di selezione, affinché vengano rispettati i principi di giustizia e imparzialità.

“Il nostro obiettivo – ha aggiunto il legale esperto della materia – è far sì che tutti i docenti, indipendentemente dal punteggio ottenuto nella prova scritta, possano far valere il loro diritto a partecipare alla prova orale.

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