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No al falso Made in Italy: «Smascherato Tir con 21 tonnellate di patate destinate ad un’azienda calabrese»

Calabria

No al falso Made in Italy: «Smascherato Tir con 21 tonnellate di patate destinate ad un’azienda calabrese»

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Coldiretti protesta

BOLZANO – Otre 200 agricoltori calabresi da ieri si sono uniti ad altre migliaia di manifestanti al confine di stato del Brennero, per bloccare i Tir e verificare cosa trasportano, la provenienza delle merci e controllare se ci sono prodotti agricoli che fanno concorrenza sleale a quelli italiani. Alla mobilitazione saranno presenti il presidente regionale calabrese Franco Aceto, il direttore Francesco Cosentini assieme a dirigenti e soci in rappresentanza del territorio. “La battaglia – spiega il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto – è legata all’obiettivo di stanare con tutti i mezzi il falso ‘made in Italy’ e fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore.

“Fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore”.

“Teniamo duro!” Ha ripetuto a gran voce dal palco al passo del Brennero dal presidente regionale. Nel suo intervento davanti a migliaia di agricoltori, confermando le ragioni della protesta, Aceto ha reso noto, che insieme ad altri orrori, è stato intercettato e smascherato un tir carico di patate, ben 21 tonnellate, provenienti dalla Germania e destinate ad una azienda industriale del crotonese. Patate lavorate a stick e gratinate, precotte e surgelate, che magari poi per esaltarne la qualità venivano presentate come patate della Sila. Un danno alle nostre produzioni di qualità. Un’azione, questa della Coldiretti, che continuerà anche domani resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle nostre produzioni facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori.

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