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Appalti Anas in cambio di voti durante le ultime elezioni regionali in Calabria
 
																								
												
												
											Assunzioni, subappalti, finanziamenti pubblici, mazzette e gare truccate.
ROMA – Ruolo centrale nel business fatto di voti, promesse e appalti era rivestito da Antonella Accroglianò. E’ lei la ‘Dama Nera’ da cui prende nome l’operazione scattata all’alba di stamane. La dirigente di Anas Spa ritenuta dalla Procura di Roma il capo di un sodalizio criminoso che faceva affari con gli imprenditori a suon di tangenti, è anche indagata per voto di scambio in coincidenza con le elezioni regionali in Calabria dello scorso anno che hanno consentito di eleggere a capo della Giunta regionale Mario Oliverio. La donna avrebbe provveduto a sbloccare contenziosi in essere con l’Anas, a velocizzazione i pagamenti e a far ottenere agli ‘amici’ fondi illecitamente maggiorati. Stando al capo di imputazione, la funzionaria si sarebbe attivata per favorire l’assunzione di un soggetto calabrese, Pasquale Perri, in una società collegata alla stessa Anas. In cambio l’uomo avrebbe dato e promosso presso parenti e amici il sostegno elettorale in favore di Galdino Accroglianò (fratello dell’arrestata e non eletto), alle elezioni del consiglio regionale della Calabria con il partito UDC nella circoscrizione di Cosenza il quale con i suoi 1.346 voti fu sorpassato da un indagato eccellente: l’ex assessore all’agricoltura Michele Trematerra il quale, secondo le ultime indagini a suo carico, avrebbe goduto dell’appoggio elettorale del clan Lanzino-Ruà.
Dalle indagini è emerso che l’attività lavorativa svolta dai funzionari pubblici coinvolti nell’indagine consisteva esclusivamente nel favorire e curare gli interessi di alcuni imprenditori ‘prescelti’ a discapito dell’intera collettività. In cambio pare che ottenessero denaro e posti di lavoro o subappalti per persone a loro vicine. Accroglianò avrebbe inoltre suggerito ai titolari di un’azienda vincitrice di un appalto in Calabria, di subappaltare alcune opere a ditte di imprenditori collegati alle ‘ndrine. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, la vicenda riguarda una serie di opere pubbliche nel comune di Palizzi, in provincia di Reggio Calabria in cui la donna avrebbe da un lato chiesto l’assunzione di operai e geometri alla ditta vincitrice dell’appalto e, dall’altro avrebbe esercitato “pressioni inequivoche affinché la fornitura del calcestruzzo e il movimento terra, attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche della ‘Ndrangheta in quei territori, venisse affidato ad una persona di sua fiducia, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni” in quella zona.
Alcune intercettazioni rivelano la filosofia della Dama Nera che senza alcuna vergogna espone ed impone ai propri colleghi. In una discussione con Giovanni Parlato e Nino Ferrante, Accroglianò afferma: “Speriamo di tenerci forte come abbiamo fatto fino ad adesso e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare perché quello è poi lo scopo, capito? Sono stata abituata in questo modo chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro. Questa è la scuola. Se viaggi da solo non fai niente, chi ha cercato di viaggiare da solo, poi l’hanno azzoppato perché poi alla fine non ti riconoscono più”. Le mazzette venivano chiamate per telefono e nei messaggi libri, topolini o medicinali/antinfiammatori. “Uno scenario deprimente, – ha affermato il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone descrivendo le corruttele che avvengono in Anas – esisteva un ufficio mazzette che si incaricava delle riscossioni all’interno dell’Anas”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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