Coronavirus, sanzioni più dure per chi viola le norme. Fino a 3.000 euro di multa

Approvato dal consiglio dei Ministri un nuovo decreto legge che tra l’altro riordina quella che è la disciplina dei provvedimenti adottati nella fase emergenziale. Le Regioni possono inasprire le misure o sospenderle. Pugno duro per i trasgressori alle norme anti-contagio con multe fino a 3.000 euro. Non ci sarà fermo amministrativo per i veicoli, solo le multe.

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COSENZA – Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che introduce sanzioni più dure per chi viola le norme anti contagio da Coronavirus e uniforma il quadro normativoChi non rispetta le misure di contenimento contro il Coronavirus, “è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 fino a euro 3.000 euro”. Prevista inoltre la “chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni” se si violano gli obblighi previsti per le attività commerciali. A darne conferma il presidente del consiglio Giuseppe Conte con una conferenza stampa nella quale ha anche comunicato che non è assolutamente veritiera la proroga delle misure fino al 31 luglio ma è una data astratta decretata fin dal 31 gennaio e la speranza è quella di uscire ben prima dall’emergenza. Il provvedimento –  ha spiegato Conte – serve a disciplinare e uniformare il quadro normativo delle disposizioni finora adottate per frenare l’emergenza, aggiornando e sostituendo il primo decreto di fine febbraio, varato per istituire le prime zone rosse”. Tutti devono fare la loro parte – ha puntualizzato Conte – abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo. Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni”

 

Regioni possono inasprire i provvedimenti

Nel provvedimento viene espressamente previsto che i decreti del presidente del Consiglio siano inviati alle Camere. Le regioni possono adottare o sospendere le misure anti contagio sul loro territorio o inasprirle: entro 24 ore le devono comunicare al presidente del Consiglio e perdono efficacia dopo 7 giorni. “I Governatori – ha annunciato Conte – possono adottare misure più restrittive. Ma rimane al Governo la funzione di coordinamento. Il nuovo decreto mira a regolare i rapporti tra governo ed enti locali nella gestione delle ordinanze anti-coronavirus. Anche i sindaci possono adottare o sospendere le misure restrittive per 7 giorni previa comunicazione alla Regione. I sindaci però non potranno adottare ordinanze in contrasto con le misure statali. Tra le voci compaiono la possibilità di chiudere negozi, bar ristoranti, le attività produttive, gli uffici della P.a. mandando i lavoratori in smart working. Ci sono poi le limitazioni ai movimenti, sia dall’abitazione per chi è in quarantena (divieto assoluto) sia dai Comuni di residenza o anche, come fatto di recente da alcuni governatori e nel weekend dal governo, dai territori regionali o comunali. Si possono chiudere strade e parchi, oltre che scuole, teatri, cinema, musei, chiese, palestre e parchi su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, se occorre, sulla totalità di esso, purché abbiano una durata non superiore a 30 giorni.

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