Via Verdi: lavori tra blackout, fogne impazzite e negozianti disperati

RENDE – Trivelle al lavoro sul ponte Surdo. Sfiorata la tragedia.

Il viadotto di via Verdi abbattuto circa tre anni fa a seguito di un cedimento strutturale non è ancora ripristinato. Una serie di vicissitudini hanno contribuito al rallentamento dei lavori che da un paio di settimane procedono a pieno regime. “Stiamo trivellando per mettere i piloni,  finiremo tra una ventina di giorni” assicura dal cantiere un lavoratore. Lo stesso cantiere che solo tre giorni fa ha seminato il terrore tra gli operai. Un cavo dell’elettricità ad alta tensione pare sia stato tranciato da una ruspa provocando fiamme e, fortunatamente nessun ferito, solo un lungo blackout. Almeno tre lavoratori avrebbero potuto perdere la vita. “Oggi siete rinati, ho detto agli operai quando li ho visti uscire dal lavoro, – afferma un residente – noi siamo rimasti senza elettricità per ore. Non è la prima volta che accade”. 

 

“C’era un cavo da 20mila volt non segnalato, – minimizza il geometra che presiede i lavori – è andata bene, meno male. Pericoloso? Alla fine è tutto pericoloso quando si sta in un cantiere”. “Capita, è un problema annoso che riscontriamo sempre – ha dichiarato l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Rende Nello Gallo – in ogni lavoro. Il problema è che ci sono oltre 50 anni di posa di cavi in quell’area e neanche le aziende private che li hanno istallati sanno esattamente dove sono. Ci sono i cavi telefonici, internet, la videosorveglianza, la rete fognaria”. Le fogne appunto. Anche il passante più distratto nota che al lato del torrente sgorga ininterrottamente da un cubo in cemento un’enorme quantità di liquame maleodorante. “E’ che abbiamo dovuto unire due condotte, deviandone una nell’altra – spiega l’assessore – quando piove la tubazione non riesce a smaltire tutto, è un fatto temporaneo”. Eppure i residenti lamentano da tempo anomalie nella rete fognaria a ridosso del torrente. “Abbiamo fatto anche un esposto alla Procura della Repubblica – tuona uno degli abitanti di via Verdi – il tecnico dell’Asl si è rifiutato di documentare lo sversamento perchè c’erano troppe spine e non riusciva a completare il sopralluogo. Poi il ponte ha ceduto dopo che hanno rinforzato gli argini con le pietre e si è rotta la briglia che lo sosteneva e sono iniziati i ‘non-lavori’. Da tre anni a questa parte solo ora li vediamo all’opera. Una volta mio padre ha provato a sollecitare il sindaco e gli è stato risposto che stavano lavorando, ma noi ci abitiamo e vedevamo sempre il cantiere deserto”.

 

Deserto come i negozi di via Verdi. “Ci hanno portato al fallimento – sentenzia un commerciante del quartiere – rimangono un paio di mesi d’autonomia, poi chiudiamo. Sono quattro anni di promesse, per 35 metri di ponte, erano lavori da iniziare subito. Sgravi fiscali? Ci hanno esonerato dal pagamento della spazzatura, ma i cartelli pubblicitari su questo tratto di strada me li fanno ancora pagare. Ho dovuto licenziare quattro dipendenti e tenerne solo uno part-time. Se non iniziavano i lavori avevamo già deciso che ci saremmo incatenati di fronte al Comune”. “Le vendite sono calate del 70% – sottolinea un altro commerciante – anche noi abbiamo dovuto licenziare, ma il sindaco ce la sta mettendo tutta”. “Si forse in un altra città il ponte lo avrebbero ripristinato in un paio di mesi, – dice un residente ben informato sull’iter degli appalti pubblici – qui è successo che il Comune non avendo liquidità ha preferito aspettare i fondi della Provincia”. Due milioni di euro. “Dobbiamo ringraziare la Provincia – sottolinea Gallo – per i fondi che ha stanziato, noi abbiamo messo 150mila euro che non sono bastati neanche a coprire le spese della passerella pedonale. La burocrazia ha fatto la sua parte nei ritardi, per esempio per spostare dei cavi che erano del Ministero degli Interni abbiamo dovuto aspettare che indicessero loro un appalto”. Poi i progetti fatti e rifatti. “Uno prevedeva finanche la chiusura della rampa d’accesso ai nostri garage” afferma un condomine del palazzo a ridosso del ponte. “Non parlerei di errori, – specifica l’assessore Gallo – ma piuttosto di eventi riscontrati nella fase esecutiva del progetto. Ora è stato tutto pianificato al meglio”. 

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