Che Natale sarà questo targato 2013?
Se lo chiedono in molti, mentre in moltissimi lo sperimenteranno sulle loro spalle. Siamo al 17 dicembre, meno otto dalla festa più sentita dell’anno e, per le strade non c’è il traffico consueto e, non perché sono state realizzare altre arterie, i negozi, nonostante l’orario prolungato restano piuttosto vuoti, salgono le tensioni sociali. Se apriamo i giornali, stamattina, è un bollettino di guerra: “a Bisignano sul piede di guerra gli rsu non ricevono lo stipendio da cinque mesi, a Rogliano, a Montalto, a Cosenza, a Rende…”. Se usciamo fuori dalla Calabria per guardare altrove, le cose non migliorano. Una per tutte: a Prato il dirigente per pagare cinque supplenti ha tirato a sorte fra diciotto. Non aveva gli altri soldi e non potendo stabilire un metodo ha pensato bene di affidarsi ai bigliettini. Migliaia di lavoratori e, stiamo parlando di chi un lavoro ancora lo conserva, non festeggeranno un Buon Natale: senza stipendio e con la rata del mutuo che scade, l’ici probabilmente ancora da pagare, la tares fra qualche giorno. Ma che Natale sarà? Il Natale della protesta e delle tensioni sociali nonostante i richiami di Napolitano al Governo ed alle forze politiche. Meno male che restano i Valori cui aggrapparsi e la certezza della nascita di Cristo. Meno male che a testimoniarla c’è questo Papa che, insieme alla Chiesa universale ha sposato la povertà di San Francesco d’Assisi. Meno male che ci saranno tanti volontari dal cuore grande ad accogliere chi un pasto caldo non potrà cucinarlo a casa sua, forse anche perché una casa non la possiede più. Sarà il Natale dell’austerità, della protesta, del grido disperato. E’ la storia che si ripete? Quel Bambinello che comunque ritorna a nascere, non trovava nessuna ospitalità eppure è nato e Ri Nato. Resta dunque la speranza di questa certezza.