Calabria
Aggressione ad una dottoressa, l’Ordine dei medici avvia “ronde notturne” a sostegno dei colleghi
Dopo l’ennesimo episodio di violenza contro un medico, l’Ordine provinciale scende in campo con sopralluoghi a sorpresa nelle guardie mediche. Il presidente Veneziano: “Iniziativa simbolica ma necessaria, le istituzioni sono assenti”
 
																								
												
												
											REGGIO CALABRIA – “Ronde notturne” per tutelare i medici impegnati nelle postazioni di continuità assistenziale, le ex guardie mediche. È l’iniziativa annunciata dall’Ordine provinciale dei medici di Reggio Calabria dopo la grave aggressione avvenuta nei giorni scorsi a Cittanova ai danni di una dottoressa in servizio. L’Ordine ha fatto sapere di aver deliberato una presenza costante – ma non programmata – dei propri rappresentanti nelle sedi di guardia medica, in particolare durante le ore notturne.
L’aggressione
La giovane dottoressa era di turno presso la sede di continuità assistenziale di Cittanova quando è stata vittima di un’aggressione mentre svolgeva la propria attività professionale. A seguito dell’episodio ha deciso di lasciare l’incarico. La dottoressa, A.R., ha 24 anni ed è laureata da pochi mesi mesi. Lei stessa ha raccontato che l’aggressore, un uomo già noto alle Forze dell’ordine, viveva da tempo all’interno della struttura sanitaria abbandonata, occupando abusivamente una stanza dell’ex ospedale cittadino.
Ronde: iniziativa simbolica e di vicinanza
Si tratterà di sopralluoghi e visite improvvise, concepiti come segnale di vicinanza e sostegno ai professionisti che lavorano spesso in condizioni difficili e in aree periferiche. “È un’iniziativa simbolica, ma anche pratica – ha spiegato il presidente Pasquale Veneziano –. Vogliamo far sentire i colleghi meno soli, in un momento in cui la sicurezza del personale sanitario è messa a dura prova. Non possiamo sostituirci alle istituzioni, ma dobbiamo evidenziarne l’assenza e chiedere interventi urgenti e strutturali”.
Sulla stessa linea il segretario Marco Tescione, che sottolinea come “ogni aggressione a un medico sia un attacco all’intero sistema sanitario e alla comunità”. L’Ordine ricorda inoltre di aver già proposto nei mesi scorsi misure di rafforzamento della sicurezza nelle postazioni mediche provinciali, rimaste però senza risposta.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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