Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Bullismo: la commovente storia di Pierluigi alle Iene. Quei “compagni” gli hanno rovinato la vita

Calabria

Bullismo: la commovente storia di Pierluigi alle Iene. Quei “compagni” gli hanno rovinato la vita

Pubblicato

il

Oggi il bullismo ha una definizione ed è un fenomeno sociale molto combattuto. Ma negli anni ’90 erano solo “ragazzate”. Eppure no, la violenza non ha un periodo e un’epoca, ed in questo caso ha rovinato la vita di un ragazzino felice, dolce, amante dello sport, che voleva fare il portiere, e che ora non mostra più emozioni.

 

COSENZA – Ancora una volta la trasmissione “Le Iene” di Italia 1 torna in Calabria, in un paesino del territorio silano, ed in questo caso per raccontare una storia che fa gelare il cuore e altrettanto vergognosa, fatta di omertà, bullismo e di una vita segnata per sempre dalla cattiveria e dalla violenza. E’ la storia di Pierluigi, un ragazzo oggi di 36 anni, ed è una vita… “che non c’è”, perché non è cresciuto di emozioni e desideri, ma di paura. La madre lo definisce un ‘sasso’ dopo quello che gli è accaduto, ovvero un’aggressione a scuola da parte di un gruppo di bulli. Tre persone lo hanno  fatto cadere in una trappola e lo hanno massacrato di botte, percosse… Oggi è una persona che “non piange, non ride, non sente fame, non sente freddo, non sente caldo…non chiede mai niente. E’ vuoto dentro”.

La mamma racconta che oggi a distanza di 20 anni da quel 31 ottobre 1996, Pierluigi non dice molto, parla pochissimo, ha paura di sbagliare e vive in un’insicurezza totale: “Ci guarda negli occhi e chiede il permesso per ogni cosa, anche per andare al bagno”.

pierluigi-le-iene

Erano le 11.30 del 31 ottobre ’96, quando tre ragazzi lo hanno tratto con l’inganno in una classe e lì è scattata la trappola. L’hanno preso a calci, pugni, sbattuto con la testa al muro, alla lavagna… il tutto nel “silenzio” generale. Nessuno ha chiamato i genitori, un’ambulanza, nessuno ha visto e nessuno ha sentito.

Pierluigi tornato a casa, si è chiuso in bagno, ma alla preoccupazione dei genitori rispondeva che non era successo nulla. Poi però la mamma e il papà hanno visto i segni. E ancora non voleva raccontare niente, perché quei ragazzi lo avevano minacciato: “ti faccio arrivare a casa in una bara”.

Persino il Preside della scuola, gli aveva fatto promettere di non raccontare nulla perche lui avrebbe sistemato la faccenda. E invece, nessuno ha fatto nulla e tutti l’hanno definito un semplice “litigio da ragazzi”. Omertà totale, ma la mamma di Pierluigi sa bene che il figlio non si è certo picchiato da solo. E anzichè trovare la solidarietà è stato emarginato, deriso, abbandonato…loro erano i forti, e lui no!

Sta di fatto che da quel giorno Pierluigi non è più lo stesso e il colpo di grazia arriva quando i genitori pensano di fare un bene al proprio figlio e riportarlo a scuola tra gli amici che, si sperava, gli volessero bene. In quei giorni invece, alcuni delinquenti gli hanno anche rubato il motorino.

GUARDA IL VIDEO CON IL SERVIZIO DE “LE IENE


“Abbiamo denunciato la scuola che non aveva vigilato e i genitori dell’esecutore materiale del pestaggio”, ma oltre ad una ‘multa’ e alla sospensione per tre giorni da scuola, tutto è passato inosservato. Ma il volto perso di Pierluigi quello non è visibile a tutti nella sua immensa tristezza. Nel 1996 era una denuncia inusuale quella contro i bulli e la parola bullismo non esisteva. Pierluigi però sopportava quotidianamente quelle bestie da tempo: quaderni stracciati, la colazione che non poteva mangiare, le mille lire da pagare come pizzo per il posto nello scooter. E così il mondo intorno a lui scompare. Nel tempo nessuno è riuscito ad entrare nel suo cuore, nel suo pensiero ed una famiglia felice è stata distrutta. Addirittura, raccontano i genitori, era arrivato a tagliarsi i capelli da solo e a minacciare che doveva andare in Sila dove voleva togliersi la vita. Da vent’anni non esce da solo e non sarebbe affrontare la vita senza il padre.

Il Tribunale di Cosenza e la Corte d’Appello hanno deciso per Pierluigi solo il pagamento di alcune spese mediche e un indennità ma solo in parte hanno dato ragione al ragazzo; il medico del CTU infatti, avrebbe addirittura escluso postumi permanenti di tipo psichico. E allora vorrebbe dire che quei ragazzi hanno aggredito un disabile e questo sarebbe ancora più grave. Pierluigi invece era sano, rideva, scherzava, giocava a calcio… Vergognoso il comportamento adottato nella scuola dove si  è insegnata l’omertà oltre al comportamento di quei ragazzi che in vent’anni non hanno mai chiesto scusa e l’hanno fatta franca.

La Iena Nina Palmieri rintraccia anche Luca, l’aggressore che risponde così: “Guardi mi dispiace ma siamo andati per vie legali”… tutto qui!

luca-aggressore-di-pierluigi

Pierluigi non ha più la sua vita ma forse dentro conserva ancora il suo sogno di fare il portiere.  Nina Palmieri nonostante il volto senza emozioni prova ad esaudire un suo desiderio e lo porta allo stadio San Paolo per assistere alla gara tra Napoli e Inter essendo Pierluigi interista.

Insieme alla sua famiglia si sono recati a vedere l’Inter, dove Pierluigi ha potuto seppure per poche ore, allontanarsi dalla realtà pur senza far trasparire particolari emozioni.

Alla fine è tornato a casa dopo quella partita vista dall’area Vip del San Paolo, ed ha parlato tanto di quel ricordo.

Ora è attiva una pagina Facebook per parlare, coinvolgere, invitare e dialogare con Pierluigi che merita di provare le emozioni che in questi anni gli sono state strappate dalla mano crudele di ragazzi che non hanno avuto rimorsi e parole di scuse nei suoi confronti. Noi tifiamo per Pierluigi: “No al bullismo“.

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA