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Disabilità: a Francesco negato il pullmino per la scuola

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Disabilità: a Francesco negato il pullmino per la scuola

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COSENZA – Diritti negati. Non vorremmo mai raccontare storie di abbandoni e emarginazioni, distacchi imposti da una società troppo spesso disattenta ai bisogni di chi vive, con grande dignità e voglia di emergere, la sua condizione di disabilità, troppo spesso vista con gli occhi di una colpa.

La storia che accende la luce dei riflettori della cronaca è quella che vede protagonista Francesco, un bimbo di 7 anni, portatore sin dalla nascita di un handicap, che non ne minato assolutamente la sua voglia di vivere, il suo desidero di interagire con gli altri e il suo sorriso contagioso, autentico suo punto di forza. Francesco frequenta la scuola di via Milelli. La voglia di andare a scuola, apprendere, giocare con i compagni di classe, fare la ricreazione, divertirsi e fare gruppo, è tanta, l’unico problema è che Francesco, sin dall’apertura dell’anno scolastico non ha avuto l’assegnazione del pullmino per essere accompagnato da casa a scuola. Motivo? La risposta che sua madre ha ricevuto dalla scuola è stata: «è compito del Comune, non nostro». La mamma del piccolo, dopo aver chiesto lumi alla scuola, s’è recata in Comune per chiedere l’iter per accedere ai servizi del pullman. Dopo averla ascoltata, le è stato detto: «Non è possibile accordare la sua richiesta, i mezzi sono senza benzina». La risposta ha gelato la mamma di Francesco che, incredula, è ritornata a casa. Francesco l’aspettava con la stessa intensità emotiva con cui si aspett un regalo. «Mamma, mamma, mamma, non vedo l’ora di salire sul pullmino». Di fronte a quella felicità, la mamma non ha avuto il coraggio di ferire suo figlio, con la stessa “pugnalata” infilzatale con forza e freddezza dall’Istituzione. Per cui ha detto a suo figlio che, prima di poter salire sul pullman, avrebbe dovuto aspettare un pò, questioni di burocrazia. Troppo difficile spiegarlo ad un bambino. Al momento a scuola Francesco ci va con entusiasmo con sua madre. Ma quello del pullmino è solo l’ultimo di una lunga serie di “dimenticanze” che le Istituzioni hanno fatto nei confronti di Francesco. All’apertura della scuola, infatti, il bimbo non ha trovato il suo banco, la sua pedana, e, non per ultimo, l’insegnante di sostegno. Quella del primo giorno di scuola fu l’emarginazione totale. Poi, dopo che i familiari di Francesco, hanno fatto valere in pieno i diritti del loro congiunto, è arrivato il banco, la pedana e l’insegnante di sostegno. «Possibile – racconta meravigliata Michela Gentile, nota in città per il suo impegno nel sociale, – che la disabilità viene ancora vissuta come una colpa. Essere disabili non è una colpa, nè una scelta. Il disabile, sia esso affetto da handicap fidico o mentale, è una persona, è una vita umana, che merita rispetto e pari dignità di chiunque altro. Mi auguro che a Francesco venga concesso il pullmanino, soprattutto per abbattere questo steccato istituzionale di emarginazione, ma mi auguro altresì che tutte le altre persone, affette da diabilità, non debbano lottare per vedersi riconosciuti i loro diritti. I disabili non sono cittadini inferiori, o persone di serie B. La disabilità è ricchezza, come la diversità. I disabili non vivono in un mondo parallelo agli altri. Chi la pensa diversamente sbaglia. A cominciare dalle istituzioni».

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