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Ultrà Cosenza rispondono alla Questura: “La repressione è violenza, non i fumogeni”

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Ultrà Cosenza rispondono alla Questura: “La repressione è violenza, non i fumogeni”

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Nella giornata di ieri sono stati recapitati sei Daspo dalla Questura di Cosenza per le partite con Catania, Catanzaro e Como.

 

COSENZA –  “Ancora una volta la macchina repressiva colpisce Cosenza, utilizzando le leggi speciali imposte da Maroni. A tutti i diffidati – scrive in una nota il gruppo Ultrà Cosenza 1978 – esprimiamo piena solidarietà e complicità. Troviamo assurdo, e lo abbiamo denunciato fin dall’inizio, il fatto che la nuova legislazione sugli ultrà impedisca l’ingresso di fumogeni, tamburi, megafoni e altro, perché ritenuti oggetti che potrebbero inneggiare alla violenza. Ci chiediamo se non sia violenza quella di privare le tifoserie dei caratteri goliardici e coreografici che le hanno sempre contraddistinte, se non sia violenza costruire un clima di repressione e di odio intorno al mondo ultrà, etichettando come criminale chi quotidianamente sostiene la propria squadra con amore e sacrifici. Inoltre è per noi assurdo che un questore o un prefetto possano a loro discrezione decidere chi diffidare o denunciare senza passare davanti ad alcun tribunale. E’ evidente a nostro avviso l’illegittimità di tali atti, è illegittima questa legislazione speciale.

 

Nell’Europa del terrorismo le leggi speciali in Italia vengono applicate sul mondo ultrà e per reprimere il dissenso. Non è un caso che proprio le curve siano state palestre repressive per poter poi estendere questi provvedimenti alla nostra vita quotidiana. Nonostante tutto questo abbiamo deciso di rimanere negli stadi, facendo un scelta sofferta che è quella di tesserarci, con l’obiettivo appunto di non dargliela vinta, con l’obiettivo di continuare a portare i nostri ideali per la penisola. Tesserarci per noi significa stare dentro e contro il sistema calcio, combattendolo quotidianamente, opponendoci con fermezza ai daspo, all’art. 9 e a una legislazione speciale illegittima. Ritornando ai nostri fratelli diffidati, ci teniamo a ribadire che non saranno lasciati da soli e che saranno sostenuti quotidianamente. Inoltre ci teniamo a sottolineare che queste ennesime azioni repressive non ci fermeranno, se pensano di bloccare la nostra voglia di sostenere i nostri colori e ideali, sono cascati male, noi resisteremo un minuto in più di chi ci vuole fuori dalle nostre curve. Fino alla fine. Fino alla vittoria”.

 
 

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