Calabria
Omicidio fratelli Loielo, due ergastoli dopo le dichiarazioni del pentito del cosentino
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Forastefano hanno consentito di ricostruire la dinamica del duplice omicidio.
CATANZARO – Due ergastoli e tre assoluzioni. Questa la sentenza della Corte d’assise di Catanzaro nel processo nato dall’operazione antimafia “Luce nei boschi” contro i clan delle Preserre vibonesi. Gli ergastoli sono stati inflitti a Bruno Emanuele, 43 anni, e Vincenzo Bartone, entrambi di Gerocarne ritenuti responsabili del duplice omicidio dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Loielo, uccisi a Gerocarne in un agguato mafioso nel 2002. Assolti Gaetano Emanuele, 40 anni, e Franco Idà, 50 anni, rispettivamente fratello e cognato di Bruno Emanuele. Assoluzione pure per Giovanni Loielo, cugino dei fratelli uccisi accusato degli omicidi di Raffaele Fatiga e Rocco Maiolo avvenuti nei primi anni novanta, quest’ultimo presunto boss di Acquaro ed all’epoca contrapposto ai Loielo. La sentenza rappresenta un troncone della più vasta operazione antimafia “Luce nei boschi” che ha fatto luce sullo scontro fra i clan delle Preserre vibonesi. La sentenza è stata emessa dai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro. Entrambi i fatti di sangue sono stati commessi nelle Preserre vibonesi nell’ambito di uno scontro tra le cosche della ‘ndrangheta per il controllo del territorio. Una cruenta faida terminata dopo anni di agguati ed intimidazioni. Sono state le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Forastefano, 41enne originario di Cassano Jonio nel cosentino a permettere agli inquirenti di ricostruire il duplice omicidio di Vincenzo e Giuseppe Loielo.
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