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Prestavano duecentocinquanta euro chiedendone in cambio mille, arrestati presunti usurai del cosentino
 
																								
												
												
											Un imprenditore soffocato dai debiti e dalla paura si era dato alla macchia facendo perdere le proprie tracce.
CASSANO ALLO JONIO (CS) – Dalla scomparsa dell’uomo, poi rintracciato in un hotel di un paesino che confina con Cassano allo Jonio, sarebbero scaturite in Novembre le indagini che hanno portato agli arresti di oggi. L’imprenditore aveva infatti giustificato la propria ‘latitanza’ con la paura di dover affrontare le proprie spese e i propri creditori. I controlli effettuati dai militari della tenenza di Cassano hanno poi consentito di scoprire che in realtà sul territorio esercitava il proprio potere finanziario un quartetto di presunti usurai di mezza età che avrebbero tagliettato nel corso del tempo almeno cinque imprenditori del circondario.
Nel corso di alcune perquisizioni nell’inverno scorso in un casolare disabitato erano stati ritrovati oltre duecentomila euro in contanti. L’abitazione era poi risultata essere di proprietà dei due fratelli disoccupati ed incensurati arrestati stamattina con l’accusa di usura ed estorsione in concorso (G. C. e S. C.), i quali sono stati tradotti presso la casa circondariale di Castrovillari. Ad altri due dei presunti ‘cravattari’ della sibaritide che pare operassero a stretto contatto con i fratelli cassanesi è stata invece notificata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le intercettazioni hanno consentito di stabilire gli elevati tassi di interesse applicati nei confronti delle vittime che pare oscillassero tra il 23 e il 1000%. Una situazione intollerabile in cui ad un prestito di 250 euro, veniva successivamente richiesta la restituzione di una cifra pari a mille euro. Il denaro recuperato è stato posto sotto sequestro insieme ad un revolver calibro 7,65 marca Browning con matricola abrasa trovato nelle disponibilità degli indagati. Attualmente gli inquirenti escludono legami con la criminalità organizzata.
 
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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