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Studenti cosentini boicottano le prove Invalsi, al liceo Fermi minacce della preside
 
																								
												
												
											COSENZA – Alla scelta di non sottoporsi alle valutazioni imposte dal Ministero ha partecipato la maggior parte degli studenti delle scuole del cosentino.
“La Dirigente del Fermi ‘primeggia’ anche sulle prove Invalsi. Alcuni ragazzi delle seconde classi del liceo “Fermi” di Cosenza ci hanno raccontato di come ancora una volta la dirigente di quella scuola abbia assunto un comportamento aggressivo ed arrogante verso gli studenti che si rifiutavano martedì di svolgere le prove Invalsi. Tra chi non è entrato e chi ha consegnato foglio bianco, – spiega in una nota il Coordinamento Giovani Comunisti Cosenza – la percentuale di studenti che non hanno svolto le prove è in quella scuola ben oltre il 90%.
Nonostante ciò, la dirigente entrava nelle classi quella mattina provando ad intimidire con il suo autoritarismo e sbeffeggiando i ragazzi, dicendo loro che sarebbero stati istigati dai loro docenti. E’ l’ennesima dimostrazione che riprova, se mai ce ne fosse bisogno, l’inadeguatezza di questa dirigente e le inaccettabili modalità con cui intende il suo ruolo. Per giunta, è assolutamente paradossale e priva di qualsiasi valenza didattica (in controtendenza totale con il grande dibattito che si sta svolgendo nel Paese con la partecipazione di studenti, genitori e lavoratori della scuola) la volontà di proporre come ‘consigliato’ per le future prime classi un testo di preparazione alle prove Invalsi di italiano. Si ‘consiglia’ di acquistare un testo (in piena crisi economica ed in presenza di costanti indicazioni di riduzione della spesa per i libri scolastici) che vorrebbe ‘addestrarci’ a mettere crocette.
Un vero e proprio capolavoro di crescita culturale e di formazione di cittadini liberi e consapevoli. A settembre boicotteremo, con volantinaggi davanti alla scuola ed alle librerie, l’acquisto di questi testi che, invece di diffondere cultura e saperi, veicolano strumenti di passivizzazione e subalternità. Siamo sempre di più convinti, e non siamo i soli a sostenerlo, – conclude il comunicato – che i disinvolti atteggiamenti della preside Bilotta configurino esattamente l’emblema e il possibile risultato della distorsione del ruolo dei dirigenti scolastici cui si arriverà qualora dovesse essere approvato il Ddl sulla Buona scuola di Renzi: un peso abnorme, con poteri da sceriffi-padroni e la possibilità di assumere, decidere ed imporre modelli didattici e funzionali condizionati dai propri desiderata ed interessi”. 
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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