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Catanzaro: nuovo appuntamento del Festival d’Autunno ”Amor sacro, Amor profano”

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Catanzaro: nuovo appuntamento del Festival d’Autunno ”Amor sacro, Amor profano”

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CATANZARO – Venerdì 19 ottobre, ore 18 all’interno del cartellone del Festival d’Autunno presso la Chiesa di San Omobono ”Amor sacro, amor profano”.Le donne nella Divina Commedia, di e con Eugenio Masciari.

Senza le donne la Divina Commedia non avrebbe mai visto la luce, luce in senso letterale, fisico, metafisico e spirituale e
in questo spettacolo cercheremo di comprenderne il perché.
Come sapete Dante nei primi versi si sarebbe arreso di fronte alle tre belve parategli davanti ad impedirgli il cammino, se non fossero intervenute, tre donne; la Madonna che dice a Santa Lucia di venire in aiuto del suo devoto, dovete sapere che Dante da giovane stava per perdere la vista, chiese la grazia a Santa Lucia e questa lo guarì; Santa Lucia a sua volta, chiede a Beatrice di andare in aiuto dell’uomo che tanto l’amò e lei gli manda in aiuto, Virgilio, che per Dante è il poeta per antonomasia. Quindi, se non gli fossero venute in aiuto queste tre sante donne, l’Alighieri sarebbe ancora a vagare nelle tenebre e la sua Divina Commedia non avrebbe mai visto la Luce.
Ma chi sono e cosa rappresentano spiritualmente queste tre donne per Dante? La Madonna è mediatrice universale di ciascuna grazia, Dante dice che chi vuole una grazia e non ricorre a Lei è come se volesse volare senza ali. Lucia è la grazia illuminante soprannaturale e l’intelligenza viva, Beatrice la Sapienza Divina e la grazia operante.
A queste tre donne si unirà Francesca da Rimini che con la sua storia d’amore con Paolo Malatesta ha ispirato centinaia di artisti, pittori, musicisti, cantanti, ultimi Giovanotti e Venditti. La storia di Paolo e Francesca è una di quelle storie d’amore che appassionano più di altre, senz’altro per la sua fine tragica. E per il binomio Eros Thanatos, amore e morte, inesorabilmente legati quando si parla di amore carnale, amor profano. L’altra donna di cui si parlerà sarà il personaggio di Matelda, che ha fatto scervellare gli studiosi danteschi perché non sono riusciti a trovarle una collocazione precisa né nella vita di Dante né nei personaggi storici, mitologici e religiosi. La donna, come Giovanni Battista con Gesù, per ben due volte immergerà Dante nelle acque dei due fiumi del Paradiso terrestre il Leté e l’Enoué, per farlo diventare innocente, puro come Adamo prima dell’errore originale. In lei vedremo come Dante è riuscito a unire l’amor sacro e l’amor profano.
In ultimo non potremo non parlare de “l’abate calavrese di spirito profetico dotato” come lo definisce Dante nella Divina Commedia, un nostro compaesano e cioè di Gioacchino da Fiore, che il poeta mette in Paradiso tra i padri della Chiesa.
Diversi studiosi affermano che Dante fosse un suo seguace, un Giochimita, e che ai suoi lavori sull’Apocalisse si è ispirato per la composizione dell’ultima parte del Purgatorio. In questo spettacolo seguiremo il viaggio che Dante, tramite l’aiuto delle donne, riuscirà a compiere all’interno dei propri demoni e delle proprie virtù fino alla visione dell’Altissimo. In questo spettacolo, insieme a lui, anche noi proveremo a fare altrettanto con noi stessi.

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