RENDE – Il Comune di Rende non intende nè divulgare i dati, nè informare su chi li valuterà.
‘Sarà un soggetto di nostra fiducia a valutare l’esito delle analisi. E’ tutto sul piano informale’. Questo quanto dichiarato dall’assessore all’Ambiente del Comune di Rende Francesco D’Ippolito. I fanghi ‘lavati’ con il metodo scelto da Legnochimica, ovvero la depurazione in loco, saranno riversati nel torrente più vicino a contrada Lecco. Per smaltirli con tale procedura, che consente a Legnochimica di spendere un decimo di quanto previsto per la bonifica (650mila euro invece di 6 milioni e 500mila euro), bisognerà capire se il metodo scelto elimina dagli scarti di lavorazione del legname abbandonati nei laghi da anni ed anni contenenti nichel, alluminio, cromo, arsenico ed agenti inquinanti presenti in quantità in alcuni casi cento volte superiori ai limiti consentiti dalla legge.
Le analisi sui fanghi depurati sono state fatte a Cuneo, da un laboratorio privato indicato dalla Legnochimica stessa. Con settimane di ritardo sono approdate a Rende, ma il Comune come dichiarato dallo stesso assessore D’Ippolito non li renderà pubblici. Almeno per ora. Si tratta di una relazione di sei pagine estremamente ‘top secret’ che sarà valutate da un chimico designato dal Comune. Con quale criterio non è dato sapere. ‘Sarà una persona di nostra fiducia – ripete l’assessore – poi l’Arpacal valuterà il tutto anche in base al Piano di Disinquinamento che presenterà Legnochimica’. La salute dei cittadini rendesi è a rischio, ma sulla bonifica regna ancora il mistero.