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Docenti infuriati criticano l’operazione Buona Scuola di Renzi

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Docenti infuriati criticano l’operazione Buona Scuola di Renzi

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COSENZA – La consultazione on line, secondo gli insegnanti, permetterebbe di evitare la discussione in Parlamento della riforma Giannini.

Il coordinamento docenti calabresi autoconvocati, a seguito della visita del Ministro Stefania Giannini a Catanzaro per l’intitolazione di una scuola primaria al maestro Alberto Manzi, che ha il sapore di propaganda come se davvero al Miur stessero a cuore le sorti della scuola calabrese e di quella italiana, intende fare delle precisazioni riguardo alle modalità della consultazione online del Piano Scuola Renzi- Giannini. L’operazione cosiddetta Buona Scuola , è tesa ad aggirare sia la discussione in Parlamento sia la consultazione delle parti sociali, attraverso una consultazione diretta telematica di studenti, famiglie e insegnanti e che presenta evidenti rischi di banalizzare le complesse problematiche del mondo della scuola e di manipolazione demagogica del consenso.

I punti in cui il documento “La buona scuola” racchiude il rinnovamento del sistema scolastico, è improntato ad una comunicazione d’impatto che, anziché analizzare e argomentare, enuncia suggestioni che strumentalizzano le carenze attuali della scuola – dovute soprattutto all’insufficienza dei finanziamenti – per lanciare ipotesi di soluzione avventuristiche in quanto prive di qualsiasi riscontro empirico di efficacia. Non di rado esso ricorre inoltre a procedimenti impropri ed ingannevoli, come il definire “qualitativi” dei parametri quantitativi. Ma senza soffermarci per l’ennesima volta sulle varie criticità del Piano Scuola, su cui abbiamo abbondantemente scritto e pubblicato, ribadiamo che l’annunciata campagna di ascolto attraverso la consultazione on line, è una mera operazione di merchandising neanche tanto bene truccata. Infatti, la consultazione governativa, è organizzata, gestita, forse pilotata e consuntivata dal Miur stesso,  verificata attraverso un sondaggio on line e non attraverso la consultazione dei soggetti in carne ed ossa, nei luoghi istituzionali deputati a questo tipo di esercizio della democrazia.

 

Un sondaggio che individua attraverso le proprie domande un’idea di implicita condivisione di quel documento, non lasciando quasi alcuno spazio alla critica e a proposte alternative, che sondaggio è? Che suggerimenti è consentito dare, infatti, se è possibile solo rispondere con delle crocette a delle domande impostate su argomenti già decisi? E mentre si confonde l’opinione pubblica con una finta campagna di ascolto i cui risultati saranno prevedibilmente a favore del Piano Scuola,  è bene che si sappia che esiste un progetto di legge di riforma della scuola, alternativo,  presentato alla Camera e al Senato da parlamentari provenienti dai più diversi schieramenti politici, frutto di una scrittura collettiva di cittadini (docenti, genitori, studenti, Ata ), che ha raccolto 100mila firme; elaborato nel 2006 come legge di iniziativa popolare; che ora – appunto – è sostenuto (in forma di disegno di legge) alla Camera e al Senato da esponenti di partiti diversi e di cui pochissimi , rispetto a quanti sono raggiunti dalla cassa di risonanza mediatica del governo Renzi,  sono a conoscenza.

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