CATANZARO – Si tratta di un trentaseienne che deve scontare ancora 11 anni di detenzione.
Ha tentato di impiccarsi con un cappio rudimentale nella sua cella all’interno del Reparto di Isolamento del Carcere di Catanzaro Siano ma, è stato salvato in extremis. Il fatto è accaduto ieri, nel tardo pomeriggio, nella Casa Circondariale del capoluogo calabrese. Ad accorgersi di quanto stava accadendo è stato il personale sanitario che, in quel momento, stava passando per somministrare la terapia ai detenuti ammalati. A darne notizia è l’esponente radicale calabrese Emilio Quintieri che, ha colto l’occasione, per chiedere all’Amministrazione Penitenziaria ed alla Magistratura di Sorveglianza di Catanzaro di intervenire, per quanto di competenza, per valutare la sospensione – quantomeno temporanea – del regime di sorveglianza particolare nei confronti di questo detenuto, per prevenire ulteriori atti autolesionistici o suicidari.
L’autore del disperato ed estremo gesto è il detenuto Fabio Pignataro, classe 1978, tossicodipendente, originario di Mesagne (Brindisi), con fine pena prevista per il 2025 per vari reati tra cui rapina, estorsione e traffico di stupefacenti, recentemente trasferito a Catanzaro dalla Casa di Reclusione di Rossano ove, unitamente ad altro ristretto straniero, avrebbe tentato di evadere. Una condotta che, oltre alla irrogazione di una sanzione disciplinare ed una denuncia all’Autorità Giudiziaria, stando a quanto riferito dallo stesso, gli avrebbe comportato anche un pestaggio da parte del personale di Polizia Penitenziaria nonché, per ultimo, la sottoposizione al rigoroso regime di sorveglianza particolare previsto dall’Art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario, su richiesta del Consiglio di Disciplina del Penitenziario della sibaritide.
Il pestaggio da parte della Polizia Penitenziaria, sul quale la Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un fascicolo, venne denunciato dal Pignataro all’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia, durante la famigerata visita ispettiva “a sorpresa” effettuata lo scorso 9 agosto al Carcere di Rossano. Avevo già evidenziato che quei detenuti ristretti a Rossano, tenuti per lungo tempo in isolamento, erano a rischio suicidio. Ieri, a Catanzaro, per fortuna, è stato evitato il peggio. La detenzione, in sé e per sé, è un evento devastante anche per detenuti “sani” figuriamoci per chi, come il Pignataro, soggetto tossicodipendente e quindi particolarmente vulnerabile, la sottoposizione ad un rigoroso regime custodiale, qual è il 14 bis, possa sviluppare gesti autosuicidari. Si ricorda che l’isolamento totale, comporta anche vistose deroghe all’ordinario trattamento carcerario, lesive dei principi costituzionali di umanità e rispetto della dignità umana.